Se il lavoro nobilita l'uomo, d'ora in poi lo sport nobiliterà la donna grazie alla sofisticata immagine che Frida Giannini ha mandato in scena ieri a Milano: donne belle, toniche, sexy, con i capelli bagnati come da intensa attività ginnica. «L'ispirazione non riflette i miei esercizi per tonificare gli addominali» diceva spiritosamente la neomamma di Greta, sei mesi e cinque dentini in uscita, mostrando la sua forma perfetta. Non ne avevano dubbi: la sua intelligenza va molto oltre la normalità di un tema che la moda ha già affrontato mille volte. «Ho preso dettagli dal jogging e dal basket e li ho trasformati in astuzie preziose e al tempo stesso eleganti» spiegava, infatti, il direttore creativo di Gucci parlando di una nuova sensualità espressa attraverso il gioco di profonde aperture sui fianchi e di reggiseni di spirito gym in maliziosa rete e tulle.
Al nero certo non banale di questi dettagli si aggiungeva un elemento altrettanto forte: i macro disegni in colori decisi ispirati al decorativismo di Erté e all'Art Nouveau, stampati, ricamati e intarsiati anche sul lamé delle sete o sul camoscio. «Ho pensato a una donna un po'più street, più giovane» diceva Frida facendo sfilare gym pants, bellissimi kimono in seta con stampe e ricami di fiori che tali non sono, fluidi pantaloni di chiffon e abiti di seta lunghi sotto al ginocchio.
In questa nuova primavera-estate 2014 la fisicità si fa più eterea ma rimane l'orgoglio di donne che tengono più che mai al proprio corpo: da illuminare con paillette e iridescenze, scollature assassine e tuniche di chiffon pronte a spiccare il volo. Notevole la grazia delle borse mosse da lunghe frange e la malizia di scarpe di elastico tagliato a strisce. Anche Angelo Marani ha legato la sapienza della tecnologia tessile dei suoi laboratori alla suggestione di stampe, ricami, applicazioni fuse mirabilmente nello spirito della gym couture. Reti nere e sofisticate creavano un'ombra sul mix di stampe ispirate all'Africa dei magnifici minidress in patchwork di maculati, rettili, giraffe e zebre. Mirabile il nuovo montaggio delle paillette in orizzontale e verticale, ben mezzo milione da due millimetri di diametro, per l'abito da sera che cambia luce con il movimento del corpo. Reti e neoprene abbinati a sete e organza conferivano allure contemporanea alla collezione For.Me di Elena Mirò, metropolitana e allo stesso tempo di forte impatto.
«Non vogliamo più parlare di taglie ma valorizzare la femminilità» spiegava Elena Miroglio, vice presidente del Gruppo di Alba, prima di far sfilare con spirito di sfida gli shorts su donne consapevolmente morbide oltre a camicie boxy e bermuda in alternanza di bianco e nero, abiti fluidi con perfetto focus su gambe e décolleté. Le donne reali, spesso dimenticate dalla moda, vengono nobilitate da un brand generoso e consapevole. «Una donna non è solo un corpo ma una personalità» incalzava Elena Miroglio forte della capacità dell'azienda di mettere sul piatto dello stile una mirabile ingegneria modellistica e un successo che in termini di fatturato è pari 120 milioni di euro.
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