Spending review, governo ko Dal Senato via libera ai tagli per Camere, Colle e Consulta

L'esecutivo traballa. Il comma cassato stabiliva che i tagli del commissario Bondi non potessero applicarsi a Colle, Camere e Corte costituzionale

Spending review, governo ko Dal Senato via libera ai tagli per Camere, Colle e Consulta

L'esecutivo traballa sulla spending review. A Palazzo Madama il governo è stato battuto su un emendamento di Adriana Poli Bortone (Io Sud) che abroga un comma del secondo articolo del decreto sui tagli alla spesa pubblica.

Il governo battuto al Senato

Pur essendoci il parere contrario dell'esecutivo, l’emendamento è passato con 136 voti a favore, 122 "no" e sette astenuti. Il comma cassato dall’emendamento della Poli Bortone stabiliva che i poteri di intervento del supercommissario ai tagli, Enrico Bondi, non potessero applicarsi agli organi costituzionali, cioè presidenza della Repubblica, Camera, Senato e Corte costituzionale. Il comma era dovuto al fatto che secondo la nostra Carta fondamentale tali organi costituzionali hanno autonomia di bilancio.

Poteri sulle Regioni in rosso

Con l’emendamento a firma Mariangela Bastico e Paolo Tancredi si punta a fare sì che i poteri del supercommissario, per quanto riguarda le regioni che hanno un piano di rientro a causa del deficit sanitario, siano limitati al settore della sanità e non interessino tutti i capitoli di bilancio. Il rischio, stando al decreto legge, sarebbe stato infatti quello di creare una disparità di trattamento fra Regioni in rosso e Regioni con i conti in ordine, per le quali si prevede che il supercommissario "formuli proposte" al presidente della Regione. L’emendamento approvato con il parere favorevole dei relatori ha però incassato il no "semplice" da parte della commissione Bilancio.

Ottimizzazione degli immobili pubblici

Bondi potrà agire anche per la ottimizzazione della utilizzazione degli immobili di proprietà pubblica anche al fine di ridurre i canoni e i costi di gestione delle amministrazioni pubbliche.

In base a un emendamento delle commissioni approvato nell’aula del senato al decreto sulla spending review, l'attività deve avvenire senza oneri per la pubblica amministrazione e in collaborazione con l’agenzia del demanio.

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