Non solo conti correnti, anche carte di credito: ecco cosa cercava l'impiegato "spione"

Coviello ha spiato per anni le carte di credito e i movimenti bancari di onorevoli, ministri e altre alte cariche dello Stato: gli inquirenti cercano il mandante

Non solo conti correnti, anche carte di credito: ecco cosa cercava l'impiegato "spione"
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La vicenda dell'impiegato spione di Bisceglie non si chiuderà rapidamente. Sono tanti i dubbi che gli investigatori sono chiamati a chiarire per capire le ragioni per le quali un professionista rispettato e stimato, all'improvviso decida di entrare nei conti correnti altri, anche di alte cariche dello Stato, nonché di personaggi dell'imprenditoria e dello spettacolo, per spiarne i movimenti bancari. Impossibile credere alla versione fornita da Vincenzo Coviello, secondo il quale i 7000 accessi su 3500 conti siano stati il mero frutto della sua curiosità e della mania del controllo. L'ipotesi investigativa è che dietro le sue azioni esista almeno un complice, un mandante che abbia richiesto l'effettuazione delle ricerche, soprattutto su ministri, onorevoli, sul presidente della Repubblica e sul presidente del Consiglio.

Un ulteriore elemento avvalorerebbe questa tesi, ossia i controlli sulle carte di credito di alcuni degli spiati. Coviello avrebbe reperito informazioni sugli estratti conto delle persone nel suo mirino e, tra queste, ci sarebbe anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Questo risulta essere il livello più alto di ingerenza da parte dell'indagato, che tramite il tracciamento delle carte di credito avrebbe potuto anche mappare gli spostamenti delle persone controllate. Crosetto, per altro, era al centro anche delle ricerche di Pasquale Striano, protagonista dell'inchiesta di Perugia per accesso indebito alle banche dati riservate della Direzione nazionale antimafia. Tra i due casi per il momento non sono emersi collegamenti ma appare come una circostanza particolare il fatto che il ministro della Difesa sia stato fatto oggetto di due "indagini" di questo tipo.

Gli accesi effettuati da Coviello, compresi i conti, sono stati fatti con le chiavi d'accesso che gli sono state consegnate in virtù del ruolo che ricopriva nella filiale di Intesa San Paolo di Bisceglie. Tuttavia era autorizzato a utilizzarle solo per verifiche inerenti il suo lavoro, non certo per ricostruire spostamenti e spese del ministro della Difesa attraverso gli estratti conti della sua carta di credito, da cui venire a conoscenza del tipo di spesa, dell'importo e del luogo in cui quella spesa è stata effettuata. Lo stesso trattamento è stato riservato a sua moglie, Graziana Saponaro, esterna alle cronache. Il che avvalora ulteriormente l'ipotesi che tutto questo non possa essere la soddisfazione della curiosità di un impiegato spione ma che dietro possa esserci una precisa richiesta da parte di qualcuno che, al momento, se ne sta nell'ombra.

Per il momento è noto che lo stesso tipo di attenzioni sono state dedicate anche a Luigi Di Maio, Marta Fascina, Luca Zaia, Nichi Vendola e Raffaele Fitto, ministro per i Rapporti con l'Ue e ora vicepresidente della Commissione europea. Sono 50 gli appartenenti a Montecitorio che sono stati fatti oggetto di ricerca da parte di Coviello negli ultimi 26 mesi.

E anche se lui ha dichiarato di aver interrotto le ricerche a ottobre 2023, dopo un richiamo da parte del direttore, gli inquirenti hanno registrato ricerche effettuate da parte sua fino ad aprile 2024. Coviello ha dichiarato di non aver mai scaricato alcun file e di non aver venduto informazioni all'esterno ma intanto sono stati sequestrati i supporti elettronici da lui utilizzati.

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