Vietato parlare del Cavaliere e della decadenza. In una lunga e articolata nota il presidente della giunta per le Immunità del Senato, il vendoliano Dario Stefàno, invita tutte le forze politiche e i media a smetterla con una "spettacolarizzazione" della vicenda che riguarda l’incandidabilità di Berlusconi. Stefàno chiede a tutti di riportare la questione "tanto delicata" nell’ambito dei binari e delle sedi istituzionali. Insomma, una bella sforbiciata alla selva di costituzionalisti, politici e addetti ai lavori che ogni giorno esterna sull'incandidabilità di Berlusconi. Un giro di vite che arriva proprio a ventiquattr'ore di distanza dall'intervista di Luciano Violante che ha incrinato il fronte dei giustizialisti anti Berlusconiani.
"Negli ultimi giorni si stanno susseguendo interventi e si stanno esponendo punti di vista che considero tutti autorevoli e ricchi di contenuti anche in buona parte condivisibili - apre Stefàno -. Si tratta di auspici e, a volte, persino di suggerimenti che alimentano il dibattito politico e mirano a guidarlo entro coordinate legaliste alle quali la giunta per prima e, sin dall’inizio dei suoi lavori, ha ispirato il proprio percorso". "Nessuna riflessione e nessuna problematicità - prosegue il senatore di Sel - ci sfugge o ci è sfuggita a cominciare dall’idea, condivisa all’unanimità, di interpretare la previsione di immediatezza in modo da coordinarla con le invalicabili prerogative difensive che io e la giunta vorremmo fossero sempre riconosciute a tutti i parlamentari, grandi o piccoli che siano, più o meno autorevoli".
"È il nostro modo, che rivendico con convinzione, di prestare fede all’autorevolissimo invito del presidente Napolitano a vivere questa delicata fase politica con la serietà dei comportamenti e delle parole. Una serietà che si deve riconoscere alle decisioni definitive della magistratura", sottolinea il presidente della giunta. "Ma se potessi spingermi oltre, pur sempre nel recinto delle mie funzioni istituzionali - afferma Stefàno - vorrei segnalare come uno degli aspetti di questa serietà istituzionale gridata da tutti, dovrebbe essere quello di attendere la sede istituzionale entro la quale sviluppare il dibattito giuridico e politico e cioè: prima la giunta e poi l’aula del Senato".
"Temo che confondere i punti di vista, introducendo ogni giorno un’idea illuminata o risolutiva, o suggerendo scenari, tecniche di rinvio e scappatoie elusive (tutto ciò che insomma fuoriesce dalla dialettica procedimentale prevista dall’iter di convalida delle elezioni) si risolva in una involontaria intromissione non solo nella decisione degli organi preposti, ma anche nella libertà difensiva di cui Berlusconi dovrebbe godere in piena autonomia e serenità. Nonchè nella autonomia del relatore che non ha ancora formulato alcuna proposta su cui discutere e al quale sarebbe giusto assicurare piena serenità di approfondimento". "La giustizia mediatica - ribadisce Stefàno - partorisce a volte i suoi epigoni, ma temo che l’attuale spettacolarizzazione di una vicenda che ogni giorno conosce favorevoli e contrari, renda più difficile l’attuazione di quegli auspici di serietà e rigore ai quali 538em;">vorremmo restare fedeli per il rispetto che si deve a tutti gli organi coinvolti, giustizia compresa, ma anche al capo dello Stato".
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