Sulla Francia la Schlein tace e Conte soffia sul fuoco

La leader Pd preferisce parlare di patrimoniale: «Non è un tabù». L’ex premier: «Incendio sociale»

Sulla Francia la Schlein tace e Conte soffia sul fuoco
00:00 00:00

Il «castello francese» dell’integrazione multietnica si sgretola. Il «modello perfetto», sognato per l’Italia dal Pd di Schlein e dalla sinistra di Boldrini e Speranza, è in crisi. Le banlieue parigine svelano una miscela di illegalità, violenza e radicalismo islamico. Davanti al crollo del mito transalpino Elly Schlein resta in silenzio. La segretaria tace. Mentre in tv scorrono le immagini degli immigrati che devastano le città francesi e liquidano mezzo secolo di politiche migratorie permissive. Nelle stesse ore dei disordini Schlein si lancia nell’ennesimo affondo contro la ricchezza: «Non può essere tabù parlare di tassazione sulle rendite, quando parliamo di redistribuzione dobbiamo dire anche questo», arringa la leader del Pd alla tavola rotonda con Landini. Elly è sempre sul pezzo.
Quando si parla di tasse e patrimoniale la capa della sinistra sfodera una voce bella e chiara. Le tasse non provocano mai imbarazzo al Nazareno. La linea è abbastanza chiara: più tributi per tutti.
Schlein tace e Conte incendia la piazza. Come in una coppia di fidanzatini dispettosi. L’uno fa il contrario dell’altro. «Abbiamo un governo reazionario e della restaurazione.
Getta benzina sul fuoco. In modo consapevole sta programmando un incendio sociale. Sul piano interno hanno una visione: il darwinismo sociale. Hanno detto: “vogliamo consentire a chi vuol fare di fare”. Ma se uno non ha da mangiare che può fare? Si può solo disperare. Hanno usato un principio di meritocrazia fasullo e ci hanno dato solo delle prese in giro», attacca il leader grillino.
Parole che l’europarlamentare di Iv Nicola Danti bolla come «pericolose». Va detto che in questi primi quattro mesi alla guida del Pd la segretaria non si è distinta per loquacità e linearità nelle posizioni politiche. La confusione è una certezza.
Quasi un elemento costitutivo dell’era Schlein. Inceneritore, Ucraina, Giustizia: quando si tratta di un prendere di petto un dossier spinoso Schlein resta muta. A pochi chilometri dal confine italiano la Francia brucia. E dal vertice del primo partito della sinistra non arriva mezza parola. Condanna? Zero. Solidarietà al presidente Macron? Zero. Lo specchio francese provoca imbarazzo.
Può essere rivelatore delle contraddizioni di Schlein. Cosa dire? Ammettere il fallimento del modello francese? Condannare le violenze degli immigrati? In quel caso si scoprirebbe troppo sul lato sinistro, beccando una tiratina d’orecchio da Scotto, Boldrini e Speranza. Appoggiare le proteste degli immigrati? In quel caso farebbe felici Furfaro e le Sardine.
Ma scatenerebbe l’ira di Guerini, Delrio, Franceschini. La segretaria è spalle al muro. E su Macron? Nulla.
Manco una riga di vicinanza.
Schlein non dimentica che il presidente francese è l’alleato numero uno di Matteo Renzi. L’incendio francese è un bel pasticcio per il Pd italiano. La leader dribbla, prova a scansare le domande sul tema. Resta in silenzio per 48 ore mentre il bilancio sale.
Oggi in segreteria nazionale potrebbe arrivare un passaggio ufficiale. Non è scontato.

Al Nazareno c’è chi prova a spiegare il silenzio della segretaria: «Mi pare che anche altri leader di partito siano silenziosi; se non chi ci specula per ragioni elettorali», spiega al Giornale un big dei democratici. Ma non è vero. È una bugia. Matteo Salvini ha parlato. Meloni e Conte pure. Solo Elly non ha nulla da dire.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica