Se del passato di Antonio di Pietro si sa praticamente tutto, qualche mistero in più viene riservato invece sull'attuale biografia dell'ex magistrato e politico. Nonostante sia infatti da più di dieci anni fuori dal Parlamento, Tonino ha comunque sempre fatto parlare di sé in tutto quest'ultimo decennio: tra ospitate in tv, polemiche in diretta con suoi ex (?) avversari di una vita e opinioni che ha sempre espresso a tutto spiano su quello che le notizie italiane hanno sempre suggerito. Tuttavia, tra il lusco e il brusco, Di Pietro ha abbandonato completamente l’intera scena pubblica, senza rilasciare più una sola intervista: neanche in occasione dei trent'anni di Mani Pulite (febbraio 2022), periodo durante il quale avevano parlato tutti i protagonisti dell’inizio di quell’indagine. Come mai questo silenzio? E, soprattutto: che fine ha fatto Antonio Di Pietro?
Dalle procure al governo: il percorso con Italia dei Valori
Stiamo parlando del magistrato che ha dato il via all'inchiesta Mani Pulite, che ha scandagliato la storica Tangentopoli a cavallo tra gli anni '80 e '90 destinata a stravolgere la politica italiana. Nato a Montenero di Bisaccia il 2 ottobre 1950, a 21 anni emigra in Germania, a Bohmenkirch, dopo avere conseguito il diploma di perito in telecomunicazioni. Svolge il ruolo di operaio e lavora inoltre in segheria. Torna in Italia nel '73 e si iscrive all'Università degli Studi di Milano presso la facoltà di Giurisprudenza. Entra successivamente nella Polizia, dove diventa commissario del IV distretto di Milano. Vince il concorso in Magistratura e, dopo un breve periodo presso la Procura della Repubblica di Bergamo, passa a quella di Milano in qualità di sostituto procuratore, specializzato nei reati informatici e nei crimini contro la Pubblica amministrazione.
Mentre è sotto la guida della procura di Francesco Saverio Borrelli, a Di Pietro si rivolge l'imprenditore Luca Magni, provocando così l'arresto di Mario Chiesa il 17 febbraio 1992, quando è scoperto ad accettare una tangente da 7 milioni di lire. Di Pietro lascia la toga entrerà in politica nel 1996, quando ricopre l'incarico di ministro dei Lavori pubblici per il governo Prodi. Nel 1998 fonda l'Italia dei Valori e nel 2006 diventa ministro alle Infrastrutture con il secondo esecutivo presieduto dal Professore. Il suo partito comincia ad avere un successo personale soprattutto negli anni all'opposizione del governo Berlusconi: alle elezioni europee del 2009 tocca addirittura l'8% (record assoluto per Idv). Dissapori con gli alleati di centrosinistra e alcune inchieste giornalistiche sul suo patrimonio immobiliare contribuirono a far affondare politicamente Di Pietro, che nel 2013 non viene riletto il Parlamento e un anno più tardi abbandona il partito da lui stesso fondato.
La verità sul presente (e futuro) di Di Pietro
E adesso? Che ne è di quei modi (anche simpaticamente) rudi arzigogolati con i quali Antonio Di Pietro conduceva dialetticamente la propria battaglia politica? Molto semplice: l'ex leader dell'Italia dei Valori è tornato a Montenero di Bisaccia, suo luogo natìo in provincia di Campobasso, per intraprendere l'attività di contadino. Oltre però a coltivare i suoi terreni, aveva anche creato il programma "La terra è uguale per tutti", una serie di filmati rivolti alle nuove generazioni per insegnare il valore della terra e dell'agricoltura. Il titolo era un chiaro riferimento al suo passato da magistrato.
Nel suo programma, Di Pietro affrontava anche la questione dei guadagni degli agricoltori, sottolineando l'importanza dell'autoproduzione e dell'autoconsumo, ma anche della cooperazione all'interno del settore. Recenti voci e indiscrezioni su un possibile ritorno alla politica attiva non hanno mai vista conferma: a 73 anni di età, Tonino preferisce godersi la pensione lavorando i suoi campi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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