Bonaccini tra sogno e amara realtà. Alla chiusura della propria campagna per le primarie, l'aspirante leader dem è apparso così: diviso tra le aspirazioni per il futuro del Pd e la consapevolezza di appartenere a un partito ormai lontano dal Paese reale. "Credo che noi dobbiamo toglierci un po' di puzza sotto al naso, un po' di senso di superiorità che non possiamo decretarci da soli", ha riconosciuto il presidente dell'Emilia Romagna durante il proprio comizio a Milano. Un bacchettata non da poco agli attuali vertici di partito e al segretario uscente Enrico Letta. Per non deprimere troppo i suoi, tuttavia, il candidato alla guida del Pd ha poi schiacciato l'acceleratore della propaganda.
Bonaccini: "Troppe sconfitte Pd, serve un bagno di umiltà"
"Se divento segretario l'obiettivo che ci dovremo dare è tornare l'anno prossimo, quando ci saranno le elezioni europee, a essere la prima forza politica", ha esclamato Bonaccini, galvanizzando i simpatizzanti dem che domenica si apprestano a votarlo nella sfida finale dei gazebo. "Il Pd torni dove eravamo scomparsi o quasi", ha aggiunto, citando la roccaforte operaia di Mirafiori e auspicando per il proprio partito "un grande bagno di umiltà nel Paese reale rispetto a troppe sconfitte che sono arrivate a livello nazionale". Chissà se le sue parole saranno state apprezzate o meno dal sindaco di Milano, Beppe Sala, che nei giorni scorsi aveva invece auspicato la ripartenza del Pd proprio da Milano, in virtù di un incoraggiante risultato alle recenti regionali.
La critica alla dirigenza dem e l'ammissione: "Il governo durerà"
"Se hai paura dei fischi e del freddo è meglio che non fai politica (...) abbiamo bisogno di un nuovo gruppo dirigente che abbia il gusto di consumare le suole delle scarpe", ha proseguito il presidente di regione, prendendosela con alcuni colleghi di partito ormai incollati alle poltrone. Certo, il primo a farsi un bagno nella realtà è stato lo stesso Bonaccini parlando di un governo che "durerà certamente, anche in ragione dei numeri che ha". Già, perché al di là dei discorsoni progressisti e del micromondo delle primarie c'è un Paese che chiede di essere ascoltato e che ha affidato al centrodestra la maggioranza dei voti. Al riguardo, l'aspirante segretario dem ha fatto un paio di conti e si è ritrovato a lamentare l'assenza di un'ammucchiata anti-Meloni. "Andare divisi con M5s e Terzo Polo alle elezioni ha fatto sì che la destra si ritrovi con quasi 2/3 dei parlamentari", ha detto.
L'attacco a Valditara
In questo senso, Bonaccini ha idealmente iniziato la propria campagna elettorale contro il governo e lo ha fatto in riferimento alle polemiche sulla rissa studentesca di Firenze. Al riguardo, è partito l'attacco al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.
"Non sono uno che chiede ogni giorno le dimissioni a un ministro soltanto per poter dire che c'è un'opposizione che fa il suo mestiere ma credo che se continua su questa strada chiedere le dimissioni del ministro sia opportuno", ha detto il candidato alla segreteria Pd, contestando al governo di non aver condannato "l'aggressione tipicamente fascista" del liceo Michelangiolo. Da parte sua, però, nessuna menzione alle violenze dei collettivi di sinistra che avevano accompagnato quel deprecabile episodio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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