«Truffa da 40 milioni di euro» Processo vicino per Bossi & C.

«Truffa da 40 milioni di euro» Processo vicino per Bossi & C.

MilanoCi sono le multe e le lauree farlocche, l'oro della Tanzania e gli spiccioli del Trota, la «Family» e il «cerchio magico». C'è soprattutto Roma (ladrona, lei?) che tra il 2008 e il 2010 versa la bellezza di 40 milioni in rimborsi elettorali nelle casse di via Bellerio a fronte di una contabilità «del tutto inattendibile e in larga misura priva dei documenti giustificativi di spesa». C'è, infine, un congresso che si apre fra pochi giorni, che dovrà eleggere il nuovo segretario della Lega Nord, e dovrà fare i conti con le carte di un'inchiesta appena chiusa dalla Procura di Milano. Truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. A rischio di processo anche Umberto Bossi - nuovamente in corsa per guidare il Carroccio -, i figli Renzo e Riccardo, l'ex tesoriere Francesco Belsito, e Rosa Angela Mauro detta «Rosy», per i maligni «la strega», la «badante», o la padana di Brindisi.
Buone notizie, invece, per Manuela Marrone (moglie del senatùr) e Roberto Calderoli. Per loro - finiti nei guai la prima per i soldi versati dal partito alla sua scuola Bosina, il secondo per un appartamento a Roma - i pm hanno chiesto l'archiviazione. Il criterio della Procura è stato molto rigido. Nonostante il fiume di denaro liquidato dal tesoriere per iniziative tutt'altro che memorabili (la guardia padana, il sindacato padano, il movimento giovani padani), sono state considerate punibili solo le spese motivate «dalla soddisfazione di un interesse esclusivamente personale». Tutto ciò che aveva una pur minima natura «politica», invece, è stato fatto rientrare nella legittima attività del partito. Ed è così che sono usciti dall'inchiesta la signora Marrone - non c'è la prova che i 720mila euro della scuola Bosina siano stati utilizzati per fini privati - e il senatore Calderoli - è ragionevole che un partito contribuisca alle spese di alloggio di un suo parlamentare. Niente a che vedere, insomma, con i conti della «Family».
Ed eccoli, così come elencati dai magistrati. Il più munifico - con se stesso - è Bossi senior, che spende 1.583 euro del Carroccio per i lavori nella casa di Gemonio, più altri 13.500 e 20mila in due assegni rubricati «casa Capo lavori», e ancora 81.000 euro (ma questa volta per l'abitazione romana), 9mila per il ricovero di un figlio, 160 euro per un regalo di nozze, 26mila euro per generici «capi d'abbigliamento», 2.200 euro di gioielli, 1.500 di fatture del dentista, fino a un totale di 208mila euro. Si ferma a poco più di 157mila il figlio Riccardo, che ha una vera passione per l'automobile. Riscattare il leasing della sua Bmw X5, infatti, costa alla Lega 20mila euro, a cui si aggiungono le spese per la manutenzione, la carrozzeria e le multe (ben 25, anche al ritmo di dieci in un mese, una ogni tre giorni), il noleggio di altre vetture, senza contare l'abbonamento a Sky, le rate dell'università dell'Insubria, i canoni dell'affitto di casa, il mantenimento della moglie e i debiti personali. Renzo il Trota, invece, ama sì le macchine (48mila euro per un'Audi A6) ma non disdegna la cultura, tanto da pagare 77mila euro la laurea comprata dall'università Kristal di Tirana, in Albania. Poi c'è Rosy Mauro, che usa gran parte dei 99mila euro contestati dalla Procura per acquistare un titolo di studio da girare (sempre in Albania) al compagno Pierangelo Moscagiuro. Eccolo, il «cerchio magico». «Alimentato - scrivono i pm - con favoritismi ed elargizioni a danno del patrimonio della Lega». E poi c'è Belsito, fuori categoria. L'uomo della cassa avrebbe usato 2,4 milioni di euro per 209 pagamenti in ristoranti ed enoteche, boutique e armerie, bollette della luce e bonifiche contro le intercettazioni, oltre a una ridda di prelievi (anche a colpi di 20, 30 e 40mila euro per volta).

A lui, inoltre, i pm chiedono conto di altri 5,7 milioni legati alle spericolate operazioni finanziarie fatte tra Cipro e la Tanzania con i soldi del Carroccio.
E così, a una settimana dal congresso la corsa di Umberto Bossi si fa a ostacoli. «Questa cosa non mi aiuta di certo - dice -, una cosa che esce proprio adesso e mi lascia sconcertato». Più che altro, azzoppato.

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