Trussardi accarezza le donne con la pelle

«Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni» sosteneva William Shakespeare e lo ribadisce a chiare lettere la moda quando si esprime attraverso la superba e semplice bellezza dei materiali. Lo ha dimostrato ieri Trussardi con una collezione fatta di sontuose pelli tagliate al vivo, pieghettate, drappeggiate, lucide e con un certo spessore per cui apparivano al massimo della loro verità. Perfette, secondo il designer Umit Benan per assecondare la scarna essenza della silhouette. Cappottoni maschili e trench alla caviglia, protettivi e avvolgenti, lasciavano scoprire una femminilità più fragile da avvolgere in gonne a pieghe o abiti di maglia e chiffon. Tocchi di maculato animalier e di check nulla toglievano alla piena armonia di colori come i blu profondi, i marroni e il bianco stucco, esaltati al massimo nelle pelli da guanteria, quasi una sensuale carezza sul corpo di una donna sofisticata che sottolinea l'attitudine contemporanea con la Buckle Bag, una shopper in vitello spazzolato stretta gelosamente fra le mani. La fascinazione della materia è anche punto di partenza per Peter Dundas che ha regalato alla collezione Emilio Pucci una leggiadra positività. «In un momento di depressione la moda deve indurre all'ottimismo» spiegava ieri il designer norvegese prima di far sfilare shorts con banda da smoking, minigonne in seta stampata con il celebre motivo d'archivio «Otto», tuniche corte e miniabiti indossati su altissimi stivali di camoscio nero effetto autoreggenti. Uno stile da rock-star come Marianne Faithfull o Edie Sedgwick, una delle muse di Andy Warhol e per ragazze disinibite che si sentono a proprio agio nel miniabito a frange di perline effetto maculato, nella blusa color pastello con piume di struzzo dalle punte bruciate, nella cappa di astrakan e visone blu notte. La dialettica fra tessuti pesanti e leggeri, fragili e forti anche per Manuel Facchini autore della collezione Byblos Milano, è strumento per descrivere la complessa personalità di una donna a volte Ofelia a volte Kate Moss. Strong nel vestito di macramé nero portato con un chiodo di pelle ma anche lieve nelle sete vaporose di camicie e abiti fluidi. Una fanciulla cupa e misteriosa e al tempo stesso romantica e rétro che adora stampe a rose, fiori e ramage, ricami tridimensionali apparentemente romantici ma sostanzialmente rock e gotici, stivali cuissard e stivaletti rock. In pratica i sogni di eroine belle e misteriose, donne che secondo Philipp Plein sono al tempo stesso romantiche e coraggiose, comunque sensibili al pregio di pellicce, cappotti, abiti e accessori, pezzi quasi unici di un lusso stratosferico.

Per esempio la pelliccia di visone con maniche in raso di seta ricamate a borchie oro e argento, le biker jacket in pitone tinto all black con lavorazione jacquard con tanto di borsa e stivali coordinati. Fortunate Cenerentola che calzano décolleté «graffiati» da una cascata di polvere di diamanti.

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