Uccisa a casa davanti al figlio Il marito: «Ero a fare la spesa»

CasertaEmilio e Katia erano una coppia felice. Sulla loro casa e sul loro matrimonio non c'erano nubi. Da 7 mesi la loro unione era diventata ancor più salda, con l'arrivo del primo figlio. Improvvisamente, sabato pomeriggio, tra le 17,30 e le 18,30, un fulmine si è abbattuto sulle loro vite. Rientrato a casa dal lavoro Emilio Lauretano, 31 anni, meccanico, dopo avere salutato la sua Katia Tondi, coetanea e il loro bimbo è uscito di nuovo per delle commissioni che la moglie gli aveva affidato.
Un'ora è mancato da casa ma, in quei tragici sessanta minuti è accaduto qualcosa di terribile. Katia è stata strangolata. Scenario di questa tragedia un appartamento del Parco Laurus, in via Ferdinando di Borbone a San Tammaro, nel Casertano. Il suo Emilio l'ha trovata sul pavimento, nel corridoio, ormai senza vita mentre il loro piccolo piangeva nel passeggino lasciato nel salotto. Lui ha cercato di rianimarla, sentiva il suo corpo ancora tiepido ma la vita di Katia era ormai andata via. Emilio ha telefonato alla polizia, sono subito scattate le indagini, affidate dal pm Musto della Procura di Santa Maria Capua Vetere alla squadra mobile di Caserta. Il corpo della povera Katia è stato portato all'obitorio dell'ospedale di Caserta. Domani verrà eseguita l'autopsia. Sul cadavere, in base a un primo esame esterno, non sono stati trovati segni di violenza o tentata violenza sessuale. Gli agenti si sono messi subito al lavoro. La casa era a soqquadro, cassetti aperti, armadi spalancati, indumenti gettati per terra. I malviventi, due probabilmente, cercavano i beni di famiglia e li hanno trovati: qualche oggettino d'oro e null'altro. I Lauretano non sono certamente una famiglia che vive nella ricchezza. Emilio è stato interrogato. Agli investigatori ha fornito il suo alibi: gli scontrini degli acquisti compiuti. Prima è stato in una farmacia di San Tammaro per comprare il latte per il bimbo e poi in un supermercato a Santa Maria Capua Vetere, per prendere delle cibarie. Ma, soprattutto ha riferito di non avere mai avuto un litigio con la moglie e che il loro era un matrimonio che funzionava. Quando è rientrato a casa ha trovato la porta d'ingresso socchiusa, nessuna forzatura sulla serratura e la moglie distesa sul pavimento.
La polizia lavora, come si suol dire in gergo investigativo «a 360 gradi». L'ipotesi del ladro entrato in casa, poi scoperto dalla padrona di casa resta la più concreta. «Aprire quella porta di ingresso non sarebbe stato un problema per chiunque ma non è escluso che la vittima abbia aperto all'assassino, qualcuno che forse conosceva», spiega un investigatore. Ma chi potrebbe avere bussato alla porta dei Lauretano. Via Ferdinando di Borbone si trova in una zona lontana dal centro abitato di San Tammaro. Raro trovare una telecamera che abbia ripreso il passaggio di qualcuno diretto al Parco Laurus. Si spera in qualche impronta digitale che gli assassini potrebbero avere lasciato sui mobili di casa.

Adesso il paese, appena 5 mila abitanti piange Katia e non fa altro che ripetere: «Quei criminali hanno distrutto una famiglia. Lei e Emilio andavano d'amore e d'accordo. Mai un litigio. Ora chi penserà a lui e al bambino?».

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