Mentre una dichiarazione congiunta proposta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e firmata anche dai ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna chiede: "A tutte le parti di attenersi ai propri obblighi per garantire la sicurezza del personale Unifil e per permettere a Unifil di continuare a condurre il suo mandato - ribadendo che - l'Unifil ha un ruolo di stabilizzatore nel Libano meridionale e sottolineiamo l'importanza delle Nazioni Unite nella risoluzione dei conflitti armati e nella mitigazione degli impatti umanitari", i "Caschi Blu" italiani individuano a Shama in Libano una serie di ordigni incendiari, continuando il loro compito di supporto alle popolazioni devastate dalla guerra in corso.
Gli ordigni ritrovati
In mattinata una pattuglia del contingente italiano di UNIFIL durante un movimento logistica, ha individuato una serie di ordigni esplosivi incendiari posizionati lungo la strada che conduce alla base operativa avanzata UNP 1-32A, nel sud del Libano. Subito sono intervenuti il team degli artificieri del contingente nazionale che ha messo in sicurezza l'area senza però poter completare le operazioni di bonifica, perché per cause in via di accertamento, uno degli ordigni si è innescato provocando un rogo nell'area circostante.
Per fortuna non si registano danni a persone o a mezzi. Nel frattempo sono state aperte le indagini da parte del contingente Unifil e delle autorità libanesi per far luce sulla dinamica dei fatti e risalire a esecutori e mandanti della potenziale minaccia.
L'importanza di Unifil nei territori di guerra
Il 14 marzo 1978, dopo un nuovo attacco in territorio israeliano ad opera di un commando palestinese, le forze armate di Israele hanno invaso il Libano, occupandone la parte meridionale dove si trovavano le postazioni da cui partivano gli attacchi. Il successivo 19 marzo, il Consiglio di sicurezza dell’ONU, in seguito alle proteste del Governo libanese, ha approvato le risoluzioni 425 e 426, con le quali ha invitato Israele alla cessazione delle azioni militari ed al ritiro delle truppe ed ha deliberato contemporaneamente l’immediata costituzione di una forza di interposizione nel Libano meridionale, al confine con Israele.
È, stata, così, costituita la missione UNIFIL (United Nations Interim Force In Lebanon) con il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane, di ristabilire la pace e la sicurezza internazionale, nonché di assistere il Governo del Libano a ripristinare la sua effettiva autorità nella zona.
La partecipazione italiana
Le forze militari del nostro Paese si sono unite alla missione iniziata nel luglio 1979, con uno squadrone di elicotteri dell’Esercito, dotato di 4 velivoli e costituito da circa 50 militari, con compiti di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento. Tale squadrone, dislocato presso Naquora, continua tuttora la sua attività di volo.
Nei quindici anni successivi sono proseguite le ostilità tra Israele e le forze ausiliarie, da un lato, e le milizie sciite filosiriane di Hezbollah, dall’altro lato, mentre UNIFIL ha continuato a svolgere, anche se parzialmente, il proprio compito, adoperandosi per limitare il conflitto e per proteggere la popolazione dell’area. Il mandato della missione è rimasto infatti invariato, attraverso i rinnovi semestrali decisi dal Consiglio di sicurezza ONU.
A seguito del ritiro totale delle truppe israeliane, avvenuto tra maggio e giugno del 2000, UNIFIL ha svolto un importante ruolo nella fase di transizione, per il pattugliamento (insieme alle forze armate libanesi) e lo sminamento dell’area liberata, per la definizione della linea di confine (linea blu) e per l’assistenza ai libanesi che avevano fatto parte delle milizie filoisraeliane.
A partire dal 2000 la missione ha operato avvalendosi anche dell’assistenza degli osservatori militari della missione UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization), istituita nel maggio 1948 per assistere il Mediatore delle Nazioni Unite e la Commissione per la tregua nella supervisione della tregua in Palestina.
Attualmente tra i compiti di Unifil ci sono quelli di monitorare l’effettiva cessazione delle ostilità, di “mettere in atto i provvedimenti che impongono il disarmo dei gruppi armati in Libano”, nonché di prestare la propria assistenza per contribuire ad assicurare l’accesso umanitario alle popolazioni civili e il volontario e sicuro ritorno delle persone sfollate. UNIFIL è inoltre autorizzata a resistere a tentativi volti ad impedire ad essa con la forza l’esecuzione dei suoi compiti, e a proteggere il personale, i locali, le installazioni e il materiale delle Nazioni Unite, nonché gli operatori umanitari e i civili “esposti a una minaccia imminente di violenza fisica”.
Le attuali attività operative
L'importanza delle trupper Unifil si esplica soprattutto nell’osservazione dei posti fissi; nella condotta di pattuglie diurne e notturne e nella realizzazione di check-points; nel collegamento con le forze armate libanesi; nel pattugliamento marittimo.
La struttura delle forze UNIFIL prevede anche una componente navale, la Maritime Task Force 448. Il quartier generale del contingente italiano è presso la base militare di Tibnin (30 chilometri a est di Tiro), dove ha sede anche il Comando del Settore Ovest di UNIFIL.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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