Veltroni continua a pensare che le primarie "siano assolutamente fondamentali per i sindaci e i presidenti di regione". Non pensa la stessa cosa, invece, "per gli organi interni del partito". L'ex segretario del Pd lo ha detto, intervenendo a "In mezz’ora", il programma di Lucia Annunziata su Rai3. Sul fatto che proprio a causa delle primarie il Pd abbia visto soccombere i propri uomini, Veltroni ha le idee molto chiare: in casi come Genova e Milano "Vendola ha saputo scegliere personalità che hanno saputo convincere anche i moderati, in altri casi come a Torino no". Dunque il problema è tutto politico, prima che di regole del gioco. E in questa fase "tutto il centrosinista deve accettare le regole del gioco".
Il progetto riformista
Rispondendo ad una domanda sull’eventualità di aprire una stagione congressuale, Veltroni ha detto che bisogna "puntare a salvare l’Italia e definire l’identità del Pd. Ed ha auspicato una "accelerazione della stagione riformista, perché "in un anno dobbiamo intervenire sul numero dei parlamentari e, soprattutto, sulla legge elettorale".
L'art. 18? Non è decisivo
Il tema della riforma del mercato del lavoro è quello che continua a dividere la sinistra. Veltroni lo sa bene e prosegue sulla sua strada: "Quella dell’articolo 18 è una questione non decisiva. Bisogna partire invece dal tema della precarietà, il vero apartheid, la vera discriminazione, con milioni di persone che non hanno alcuna garanzia, e che devono avere invece un contratto a tempo indeterminato".
Attenti a non indebolire Monti
"Tirare Monti da una parte o dall’altra vuol dire indebolire lui e il il governo - ha detto Veltroni -.
Lasciamo che lui e il suo governo facciano il loro lavoro". Poi va avanti dicendo che si aspetta due cose dal governo: "La lotta alla corruzione e la riforma della Rai".
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