Vendola s'inchina a Bersani: "Compromesso se Monti fa autocritica"

Dopo l'incontro carbonaro, l'accordo tra centristi e democratici è sempre più vicino. Rotte anche le resistenze della sinistra radicale: Vendola disposto al compromesso

Vendola s'inchina a Bersani: "Compromesso se Monti fa autocritica"

Adesso l'inciucio può essere firmato. Adesso la grande ammucchiata può andare all'assalto di Palazzo Chigi. Adesso Pier Luigi Bersani e Mario Monti possono governare, infelicemente, insieme. Dopo settimane di strenua resistenza e facinorose invettive, il leader del Sel Nichi Vendola si è detto disposto a sciogliere le riserve sul Professore e a togliere il veto. "Se Monti fa autocritica e corregge alcune delle sue controriforme è un fatto positivo - ha spiegato il governatore della Puglia al Sorpasso di Sky Tg24 - con Monti si può costruire un compromesso importante".

A ridosso delle elezioni, si fanno sempre più chiari i contorni di un'alleanza che mette insieme i montiani, i democratici e la sinistra estrema per far fuori Silvio Berlusconi e arginare la rimonta della rinata alleanza tra il Pdl e la Lega Nord. Ieri sera, Dagospia anticipava i contenuti dell'accordo sottoscritto nell'incontro carbonaro tra il leader piddì e il premier uscente. I due si sarebbero già spartiti le poltrone e i poteri, avrebbero già stretto un'intesa di massima sulle misure da attuare e le riforme da mettere in cantiere e, soprattutto, avrebbero già puntato a un patto di non belligeranza. E, proprio mentre Antonio Ingroia sbatte la porta in faccia a Bersani tirando fuori "Rivoluzione civile" da una possibile alleanza con i democratici, ecco che Vendola chiude il cerchio benedicendo le nozze politiche tra Bersani e Monti. "Noi non siamo di fronte a giuramenti davanti a Dio e dobbiamo dare delle risposte in un momento drammatico - ha spiegato il leader del Sel - a fronte di un’Italia che non solo paga il prezzo dell’ubriacatura berlusconiana ma anche dei provvedimenti del governo Monti". Da qui la richiesta di Vendola al Professore. Quello che ha in mente è un vero e proprio compromesso, una sorta di appuntamento a metà strada. Tutto figurato, eppure così concreto. Un patto per riuscire a governare o, per lo meno, per riuscire a mettere insieme uno straccio di esecutivo e convergere sulle riforme che ridisegnino la struttura dello Stato.

Pare che, nel summit carbonaro, a dettare le condizioni sia stato il segretario piddì e che il Prof si sia limitato a prendere appunti e ad annuire alle richieste della sinistra. "Se vinciamo io farò il premier anche se al Senato dovesse mancare qualcosa - avrebbe detto Bersani - tu avrai la prima scelta sul ministero dell'Economia o sul ministero degli Esteri per stare dentro la partita ai vertici dello Stato, in attesa che maturino le scadenze della presidenza della Commissione europea e di presidente del Consiglio d'Europa, presidenze che ti stanno particolarmente a cuore". Non solo. Tra i due ci sarebbe anche una convergenza sul nome di Mario Draghi al Quirinale. Un nome che, a detta del leader piddì, potrebbe anche accontentare la cancelliera tedesca Angela Merkel. Per quanto riguarda il futuro di Pier Ferdinando Casini, invece, il segretario democratico avrebbe in mente la presidenza del Senato. Il leader dell'Udc, tuttavia, scuote la testa e dice che un accordo del genere - lui e Vendola, insieme nello stesso governo - è "pura fantascienza".

Fra poco più di un mese sarà tutto più chiaro. Nel frattempo, però, la grande ammucchiata prende sempre più corpo.

Ricordando con gli occhi lucidi il "compromesso storico" tra il Pci di Enrico Berlinguer e la Dc di Aldo Moro, ecco che Vendola propone un compromesso che suona più come un pastrocchio - un inciucio, appunto - con Monti per riuscire ad andare al governo, anche senza avere i voti per farlo. "L'alleanza con il centro è fantascienza - ha chiarito - con Monti sono possibili compromesso e legislatura costituente sulle riforme".

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