Conte allo scontro pure in Abruzzo ma finisce ko. "Hai devastato i bilanci"

La propaganda elettorale del leader 5S non si ferma e persino il finanziamento della ferrovia Roma-Pescara diventa il pretesto per attaccare il governo alla vigilia del voto in Abruzzo

Conte allo scontro pure in Abruzzo ma finisce ko. "Hai devastato i bilanci"
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Il governo ha sbloccato 950 milioni per la ferrovia Roma-Pescara e Giuseppe Conte ha reagito a modo suo. Come? Partendo a tutta velocità sui binari della propaganda politica. Del resto, la campagna elettorale è iniziata per tutti e il leader del Movimento Cinque Stelle si è aggrappato alla notizia sulla grande infrastruttura nel maldestro tentativo di far deragliare il centrodestra. "Io mi sarei vergognato da presidente del Consiglio, a qualche giorno dal voto, a rifinanziare un definanziamento che era stata colpa del governo", ha attaccato l'ex premier, prendendosela ancora una volta con Giorgia Meloni e utilizzando il finanziamento approvato dal Cipess come un pretesto per rinfocolare lo scontro politico in vista delle regionali in Abruzzo previste per domenica 10 marzo.

"Mi chiedo, quando hanno definanziato nel Pnrr questa linea Roma-Pescara Marsilio cosa ha fatto? Ha subito questo definanziamento, ora a qualche giorno dal voto si svegliano e la rifinanziano… I cittadini sono stanchi di queste prese di giro", ha aggiunto Conte, cercando di trascinare sul ring proprio il candidato del centrodestra in Abruzzo, ovvero il governatore uscente Marco Marsilio. Quest'ultimo, in realtà, aveva smontato la strumentalizzazione grillina sulla ferrovia senza troppa difficoltà. "Il finanziamento della Roma-Pescara non è una promessa ma una delibera del Cipess. Conte dovrebbe conoscere pure la differenza; non una promessa ma la realtà concreta. Piuttosto fu lui a fare una promessa mirabolante parlando di alta velocità quando si trattava di una semplice velocizzazione della linea esistente", aveva ribattuto il presidente di Regione, fedelissimo di Giorgia Meloni.

E ancora, l'ulteriore stoccata all'ex avvocato del popolo. "Aveva messo a disposizione solo 620 milioni di euro del Pnrr, promettendo di realizzare quattro lotti, quando questi soldi non bastavano nemmeno per due. È grazie al presidente Giorgia Meloni se quel finanziamento è diventato di 950 milioni di euro e completerà due lotti per i quali la gara d'appalto è già sostanzialmente conclusa. Manca solo la scelta del contraente e la firma del contratto". Alle polemiche sollevate da Giuseppe Conte sull'investimento nell'infrastruttura ferroviaria hanno però risposto anche altri esponenti del centrodestra, a cominciare dal sottosegretario Andrea Delmastro. "Per Conte sarebbe una 'vergogna' finanziare la ferrovia Roma-Pescara a ridosso del voto. Impossibile spiegare a Conte che i processi amministrativi hanno un inizio e una fine a prescindere dalle scadenze elettorali: più facile abbassarsi al suo livello. Se il livello deve essere quello prescelto da Conte, fieri di presentarci agli italiani come quelli che investono in infrastrutture e non in marchette elettorali", ha commentato in una nota l'esponente di Fratelli d'Italia.

Secondo Delmatrso, "Conte, capitan 'tutto gratis' e cintura nera di spudoratezza, dopo aver governato a suon di mancette e di sperperi di bilancio inauditi per generare politiche assistenzialiste può parlare di tutto tranne che di 'vergogna' relativamente all’uso di risorse pubbliche". Frontale poi l'attacco rivolto al leader pentastellato dal deputato meloniano Marco Osnato. "Quello che ci dà lezioni di moralità politica è solo un omonimo di colui che ha devastato il bilancio dello Stato in una misura mai vista prima, neppure durante la Prima Repubblica", ha attaccato il parlamentare. "La verità - ha proseguito - è che i 'regali' di Conte quando era a Palazzo Chigi sono stati acquistati con il denaro dei contribuenti che ancora ne stanno pagando il prezzo: reddito di cittadinanza elettoralistico ai fannulloni da divano, ristrutturazioni di immobili di pregio definite 'gratis', i famosi banchi a rotelle pagati e mai consegnati, solo per citarne alcuni".

Così, dopo gli accesi toni della campagna elettorale in

Sardegna, ora anche la corsa elettorale in Abruzzo è già diventata terreno di scontro. Anche su argomenti che dovrebbero rimanere estranei alle liti, come la buona notizia - per tutti - del finanziamento di un'infrastruttura.

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