Il Viminale multa Fassino: pagherà per le spese pazze di Chiamparino

Maxi multa da 38,3 milioni di euro al Comune di Torino: Fassino dovrà pagare per le spese dell'ex sindaco democratico

Adesso il comune di Torino entra nella lista dei cattivi. Il centrosinistra, però, non può andare in giro a raccontare la favoletta della malagestione del centrodestra - un po' come aveva fatto Giuliano Pisapia non appena aveva varcato la soglia di Palazzo Marino - perché, nel 2010, il sindaco era il democratico Sergio Chiamparino. Morale? Il nuovo primo cittadino Piero Fassino (e con lui tutti i torinesi) dovrà pagare perché il suo predecessore non rispettò il patto di stabilità.

La multa è piuttosto salata. Soprattutto se arriva in tempi di crisi economica e di pesanti tagli agli enti locali da parte del governo centrale. A multare il Comune di Torino è stato il Viminale che, ieri, ha applicato una sanzione di 38,3 milioni di euro. Come si legge nel decreto del ministero dell’Interno, pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale, gli altri grandi comuni sanzionati sono Catanzaro, che dovrà sborsare 2,7 milioni di euro, Messina, che invece dovrà pagarne 7 milioni, e Trapani che è stato multato per 2,4 milioni. "Le somme - si legge - verranno recuperate sui fondi erogati dal Viminale".

In castigo anche la provincia di Vibo Valentia, cui verranno ridotte le risorse del fondo sperimentale di riequilibrio. Il comune di Torino non rispettò il patto di stabilità nel 2011: Sergio Chiamparino fu sindaco fino al 16 maggio 2011, poi subentrò l’attuale sindaco.

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