"Violenza intollerabile contro Matteo"

Nell'ex Terzo Polo si è rapidamente passati alle armi pesanti.

"Violenza intollerabile contro Matteo"

Senatrice Raffaella Paita, nell'ex Terzo Polo si è rapidamente passati alle armi pesanti, con Calenda che agita le manette contro Renzi, che parla di spettacolo indecoroso. Come si è arrivati a questo punto?

«Ormai ho una certezza: Calenda voleva arrivare a rompere. Gli insulti volgari di ieri a Renzi dimostrano come ci sia poco di politico in questa rottura. Abbiamo cercato in tutti i modi di ricucire. Come capogruppo al Senato ho evitato sempre di gettare benzina sul fuoco, ma quando a alimentare le fiamme è il capogruppo alla Camera con interviste dense di attacchi personali contro Matteo Renzi, ogni sforzo di equilibrio diventa inutile».

Una delle ragioni fondative di un polo liberale doveva essere proprio il garantismo. Si aspettava dal suo ex alleato argomentazioni grilline (copyright Renzi)?

«Le parole di Calenda di ieri ricordano il livore dell'antiberlusconismo di Marco Travaglio, non certo quelle di un leader liberale. Una violenza intollerabile verso Renzi e la nostra comunità. Un partito o è garantista o non è il mio: Su questo sono intransigente. Ho fatto della battaglia garantista la mia principale battaglia politica. Se si considera un avviso di garanzia una condanna o un disvalore ci si deve iscrivere al Movimento 5 stelle non al Terzo Polo».

In questo clima è ancora possibile tenere insieme i gruppi parlamentari di Azione e Iv?

«Con i parlamentari di Azione abbiamo sempre lavorato bene e mi impegnerò personalmente perché non ci siano separazioni: lo dobbiamo a tutti quegli elettori che ci hanno dato fiducia. Se poi Carlo vorrà rompere anche in Parlamento, si assumerà anche questa responsabilità».

Calenda ha bloccato i tentativi di appeasement dicendo che alle Europee andrete ognuno per conto proprio. Dentro Azione sono convinti di poter superare il quorum, incassando invece una sconfitta di Iv per azzoppare Renzi. C'è quindi una strategia precisa dietro lo strappo?

«Le dichiarazioni di Calenda sono spesso contraddittorie: lo dico con il sorriso, la mattina twitta una cosa ma la sera potrebbe twittare l'esatto opposto. Vediamo cosa accadrà. Noi non staremo fermi. Stiamo già lavorando per allargare, per costruire quel partito centrista, garantista, riformista che gli elettori ci hanno chiesto. Dagli amici della Fondazione Einaudi ai cattolici popolari al mondo riformista e socialista, dialoghiamo con tutti. Vogliamo contribuire a quel grande congresso, che parta dal basso, che veda in prima linea i territori, che abbiamo chiesto a gran voce. Proprio in queste ore c'è stato un boom di iscrizioni ad Italia Viva, ben 1000 nuove tessere. E cresceranno ancora perché c'è una reazione orgogliosa del nostro popolo a cui sono stati attaccati simboli positivi come la Leopolda».

Vede possibile un riavvicinamento tra Azione e asse Pd-M5s?

«Quando si sbanda continuamente da una linea all'altra, tutto può succedere. Anche che si finisca con Conte e Schlein, un fatto che in tanti stanno prospettando. Se accadesse sarebbe un tradimento nei confronti degli elettori di Azione: un liberale non può stare con chi dice no al Ponte sullo Stretto o al termovalorizzatore a Roma e sì al reddito di cittadinanza».

Emma Bonino, certo non sospetta di simpatie renziane, definisce Calenda «uomo dei voltafaccia». Condivide?

«Cambiare idea non è necessariamente un fatto negativo. Farlo compulsivamente, si. Vado a memoria : da Scelta civica alla rottura con +Europa, dal bacio a Letta, alla rottura successiva, Carlo ha tante doti ma non la coerenza».

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