Luigi Zanda, non uno qualsiasi (è il capogruppo al Senato del Pd), rispolvera l'antiberlusconismo e tuona contro il Cavaliere: "Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. E' ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui". In un’intervista ad Avvenire boccia senza tentennamenti l’ipotesi di nominarlo senatore a vita, in nome della pacificazione: "I senatori a vita li sceglie il Capo dello Stato, in 67 anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro".
A stretto giro di posta arriva la replica del centrodestra: "L’arroganza dei toni usata dal capo gruppo del Pd al Senato Zanda contrasta fortemente con il clima di pacificazione che ci siamo imposti - tuona Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato in quota Pdl -. Una cosa è collaborare per superare le emergenze, un’altra sottostare a espressioni che rasentano l’insulto. Nei confronti del governo il Pdl ha preso un impegno chiaro che intende mantenere. Ma non per questo è disposto a tollerare ingerenze da parte del Pd, i cui rappresentanti spesso pontificano in nome di una presunta superiorità morale che in realtà non hanno".
"L’intervista del presidente Zanda su Avvenire non facilita il compito del governo Letta - argomenta Renato Schifani, capogruppo del Pdl a Palazzo Madama -. Spiace che il capogruppo del Partito Democratico torni a ribadire, dopo averlo già fatto a inizio legislatura, la sua opinione personale sull’ineleggibilità del presidente Berlusconi, contraddicendo i pronunciamenti più volte espressi dalla competente giunta parlamentare in materia. Ma ancor di più resto sorpreso di fronte alla sua volontà di giudicare la vita altrui in maniera così superficiale, esprimendo una valutazione morale francamente inopportuna". E prosegue sottolineando che tutto questo va "in spregio per di più alla decisione di 10 milioni di italiani, che ritengono il presidente Berlusconi degno di un vastissimo consenso. Così facendo, spiace constatarlo, non si aiuta il processo di pacificazione in atto e si rischia di porre dei paletti invalicabili alla riuscita dell’esecutivo".
"Credo sia giusto e opportuno - dichiara Daniele Capazzone, presidente della commissione Finanze di Montecitorio - chiedere al Pd se quel partito, che ha una così rilevante presenza in Parlamento e nel Governo, conferma e condivide le opinioni a dir poco incendiarie manifestate dal senatore Zanda questa mattina in una intervista. È bene sapere se, per il Partito Democratico, sia una priorità quella di tentare di escludere dalle istituzioni chi, come Berlusconi, è stato eletto sei volte dagli italiani, e ha raccolto, stavolta, il consenso di 10 milioni di elettori. Dopo di che, ciascuno può valutare quanto parole così avventate e illiberali possano giovare alla solidità del Governo e della maggioranza".
Alla fine è arrivato una sorta di dietrofront di Zanda. "Oggi si è sollevato un polverone sulla mia risposta a una domanda del giornalista di Avvenire. Sull’eleggibilità di Berlusconi da dieci anni ho una posizione personale, la esprimo da molto tempo prima di essere eletto capogruppo e non sarebbe serio cambiarla ora. È una posizione che nulla ha a che vedere con la tenuta del governo Letta. Non faccio parte della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato e, quindi, non voterò sull’ineleggibilità di Berlusconi. Né mi sfuggono i precedenti della Camera che ha già votato varie volte sull’eleggibilità di Berlusconi, con un’interpretazione opposta alla mia.
Il Partito democratico non ha mai dato indicazioni di voto ai componenti della Giunta. I componenti della Giunta hanno funzioni simili a quelle dei giudici e decidono caso per caso con la propria coscienza e con la propria testa", ha dichiarato Zanda in una intervista telefonica a Repubblica Tv.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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