Francesco Kamel
da Roma
Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, rilancia il partito unitario del centrodestra, dice che con lUdc cè «una comune passione politica che trae ispirazione dallumanesino cristiano» e difende il bipolarismo che «resta la stella polare della politica».
Onorevole Bondi, come sta andando il confronto con lUdc? È ottimista?
«Ho parlato con lamico Marco Follini. Le posizioni non sono identiche, ma il confronto è risultato facile perché siamo accomunati da una comune passione politica che trae ispirazione dallumanesimo cristiano. Io resto convinto che abbiamo un futuro da costruire insieme, gomito a gomito, allinterno di uno stesso partito che avrà la responsabilità di aiutare il cambiamento secondo quei valori che possono permettere unumanizzazione della storia e un elevamento non solo materiale ma soprattutto morale del nostro Paese».
Perché avete bocciato lidea del Grande Centro pur definendovi moderati?
«Sarebbe illusorio individuare il centro come lo spazio geometrico della politica in cui tutto si compone e diventa automaticamente virtuoso. Bisogna saper distinguere tra centro e centro: il centrismo di De Gasperi, ad esempio, fu di segno liberale e pose le basi per incanalare lItalia verso lo sviluppo. Anche il governo presieduto da Silvio Berlusconi ha rappresentato un centro modernizzatore, capace di coniugare sviluppo economico e coesione sociale, con una visione coraggiosa della realtà internazionale capace di unire latlantismo e leuropeismo. Le riforme realizzate in questi difficili anni di governo sono espressione di una cultura politica liberale e riformatrice, moderata e popolare».
Anche i Dl si propongono come moderati e di centro.
«Quando Rutelli annuncia, nel caso di successo dellopposizione, labolizione di una legge come quella sul mercato del lavoro, ispirata a Marco Biagi, si pone fuori da una politica liberale e riformista. Da questo punto di vista, ha ragione un osservatore acuto come Piero Ostellino quando scrive che il problema non è quello di rafforzare i due centri, bensì di rafforzare la componente riformista allinterno di entrambi gli schieramenti, che riduca il potere di coalizione e di veto di conservatori e radicali. Dobbiamo passare da una discussione astratta a un confronto nel merito dei contenuti riformisti. E la maggioranza, da questo punto di vista, può vantare risultati obiettivi mentre lopposizione può proporre, nel migliore dei casi, una serie di auspici difficilmente realizzabili».
Cè spazio per un politica riformista anche negli ultimi mesi della legislatura?
«Il confronto su questi contenuti riformisti deve sostenerci anche in questultima parte della legislatura, soprattutto per quanto riguarda le scelte a favore dei ceti sociali più bisognosi e le misure per tutelare i risparmiatori e le piccole e medie imprese».
Il partito unitario del centrodestra è la vostra risposta al dibattito sul Grande Centro?
«Il solido partito di centro liberale di cui ha parlato Monti può essere rappresentato solo dalla costruzione del partito unitario, che nasce dalle fondamenta di cinque anni di governo liberale e riformatore. Quando affermo che in Italia il centro cè già e si chiama Forza Italia lo dico non sulla base di una supponente posizione propagandistica, ma sulla base dei fatti di una esperienza di governo. Questa rivendicazione non è esclusiva, ma deve intendersi come una realtà non comprimibile o sradicabile, una realtà che tanto è più feconda quanto più entra in collaborazione con altre realtà politiche come lUdc, che fa parte in Europa dello stesso partito: il Ppe».
Eppure la prospettiva di un centro alternativo alle ali dello schieramento politico sembra sedurre molti italiani.
«AllItalia non serve un centro-palude, un hortus conclusus in cui finirebbero per stagnare le pulsioni e le istanze della società, ma un confronto aperto tra due offerte politiche alternative. La preoccupazione centrista è stata resa possibile dal cattivo funzionamento del bipolarismo italiano. Questo soprattutto a causa delle ambiguità e dei ritardi storici del centrosinistra».
Perché in soccorso del bipolarismo ha chiamato anche i Ds?
«Riaffermare il bipolarismo è un compito che spetta soprattutto ai due partiti maggiori, Forza Italia e Ds, che rappresentano gli assi portanti della maggioranza e dellopposizione. In tutte le democrazie moderne, il partito di maggioranza esprime il capo del governo, mentre il partito leader dellopposizione si prepara a governare designando il candidato premier, in un clima di reciproca legittimazione. È questa la via maestra per offrire agli elettori politiche pragmatiche.
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