Irène Jacob a Locarno premiata con il "Leopard"

La poliedrica attrice francese racconta la sua lunga carriera che l'ha portata a lavorare con tutti i grandi

Irène Jacob a Locarno premiata con il "Leopard"
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Il dilemma, lei, lo ha risolto così. «Sono più attrice che musicista o cantante. Anche se ho 12 album alle spalle con mio fratello Francis al quale sono legata e affiatata». La doppia vita di Irene, si potrebbe dire, parafrasando il titolo che l'ha resa celebre nel '91. Irène Jacob era Veronica per Krzysztof Kieslowski ma già quattro anni prima si era guadagnata una scrittura da Louis Malle per Arrivederci ragazzi, nientepopodimeno.

«Stavano cercando qualcuno che interpretasse il Rondò capriccioso di Saint-Saëns e io sapevo farlo, benché sia ben difficile, eufemismo. Ho fatto il provino. Promossa. Anzi assunta». Stesso percorso per La doppia vita di Veronica in cui interpretava una cantante. Insomma, Irene a due facce. «Da bambina non andavo mai al cinema. E poi...» Il grande schermo è diventato vita e professione. Ed è valso più di un premio e un riconoscimento.

Il Leopard award di Locarno è solo l'ultimo di una lunga serie, a partire da quel magico 1991 in cui vinse la Palma a Cannes come miglior attrice, appunto per la Veronica targata Kieslowski. «I premi sono un traguardo ma l'interrogativo è sempre un po' lo stesso. Me lo merito? A ogni candidatura si ha la sensazione di averlo già vinto, poi si ragiona. Stavolta è un premio legato al tempo. Al cinema sono sposata da 35 anni. Un matrimonio un po' possessivo» spiega, ridendo ma orgogliosa.

Il grande regalo è stato quello di attraversare epoche diverse e poterne vedere tanti di modi diversi di frequentare la settima arte. «Oggi, ad esempio, in Francia i registi sono sommersi da un superlavoro. Le produzioni vogliono proporre molti film per guadagnare il più possibile e c'è poco tempo per curare i dettagli.

Escono tanti titoli, non sempre ottimi purtroppo. Un tempo non era così». Ci sono autori che lavorano sempre nello stesso modo «e Amos Gitai è uno di questi», altri invece cambiano di volta in volta. Lei, Irène, ne ha visti tanti. Già, un premio al tempo.

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