Il nemico? È a tiro di iPhone. Non è un modo dire, ma il presente e il futuro dei campi di battaglia, dall'Afghanistan all'Irak. Per capirlo, come racconta il quotidiano inglese Independent, basta seguire una pattuglia americana nelle strade di Hayaniyah, il quartiere più caldo di Bassora nell'Irak meridionale. Là, in una stradina calcinata dal sole si fronteggiano una pattuglia americana con i fucili puntati e due uomini con le mani dietro la testa. Mentre i soldati tengono i mitragliatori spianati e il dito sul grilletto, un sergente armeggia con il suo iPhone alla ricerca della miglior ricezione. I sospetti sbraitano, si agitano, giurano di non aver fatto nulla di male. I militari che li tengono sotto tiro indicano l'iPod e fanno segno di pazientare: due minuti, dicono, e lo sapremo. La risposta arriva puntuale. Sullo schermo del telefono vicino ai volti dei due fermati compaiono scritte e informazioni. Il sergente le legge, telefona per conferma, poi fa abbassare le armi: «Tutto a posto, potete andare».
La comunicazione di dati, il confronto di foto di sospetti terroristi, l'accertamento dell'identità sono le più semplici delle molteplici applicazioni militari capaci di trasformare Ipod Touch e iPhone in un sistema d'arma fondamentale per sicurezza e collegamenti. Un'arma che, a differenza dei complessi apparecchi progettati dalle aziende militari, è facile da utilizzare e costa al massimo 450 euro. Costi che s'abbasseranno ulteriormente non appena il Pentagono ne ordinerà in grandi quantità per i suoi soldati.
Il primo requisito capace di regalare potenzialità tattiche e strategiche a un iPod Touch, studiato inizialmente come semplice riproduttore di brani musicali, o a un iPhone è la sua capacità di connettersi a una rete telefonica o a una rete internet senza fili. A renderlo ottimale per usi militari sono, però, la sua capacità di immagazzinare programmi e la sua versatilità d'uso. I modelli più ricchi di memoria di iPhone e iPod sono in grado d'incamerare fino a 30mila programmi trasformandosi, all'occorrenza, in traduttori istantanei o in un sistema di puntamento capace di trasmettere a un aereo le coordinate di un bersaglio da immagazzinare su bombe intelligenti o missili. Ma possono servire anche per ricevere i filmati e le foto trasmesse da un aereo senza pilota in volo sopra le posizioni nemiche o a governare i robot utilizzati per disinnescare bombe e trappole esplosive.
«Probabilmente in futuro l'iPod o l'iPhone rappresenteranno tutto ciò di cui ha bisogno il nostro personale, e a renderli particolarmente vantaggiosi - spiega il tenente colonnello Jim Ross, direttore del dipartimento intelligence e guerra elettronica dell'esercito statunitense - contribuisce il fatto che molti dei nostri ragazzi già li possiedono e dunque sanno utilizzarli». L'unica pecca di quest'arma semplice, pratica ed economica è la scarsa sicurezza delle trasmissioni.
Al problema stanno lavorando i tecnici del Pentagono, già impegnati a progettare codici di criptazione impenetrabili e abbinabili ai software di iPod e iPhone. Una volta al sicuro dalle intercettazione i due strumenti diventeranno, al pari della leggendaria mini fotocamera Minox degli anni ’50 e ’60, perfetti anche per le spie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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