Teheran - Fortissima tensione nella capitale iraniana, che sembra tornata indietro di 32 anni, ai tempi della rivoluzione di Khomeini. Un gruppo di studenti - circa trecento - è penetrato nell'insieme di palazzine che ospita l’ambasciata britannica, bruciando bandiere, spaccando vetri e lanciando bombe molotov. L'irruzione è avvenuta durante una manifestazione di protesta anti britannica per le sanzioni decise dal governo di Sua Maestà contro il programma nucleare iraniano. Domenica scorsa il parlamento iraniano ha approvato una legge per declassare le relazioni diplomatiche con Londra. E il giorno seguente il Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione - con un voto all'unanimità - ha dichiarato lecita l’espulsione dell’ambasciatore britannico, Dominick Chilcott. Nel 1979, dopo la rivoluzione, l'ambasciata americana fu occupata dagli studenti iraniani. E allora come oggi tra gli slogan urlati a squarciagola c'era questo: "E' un covo di spie".
Bandiere bruciate
Con un "tempismo" straordinario (ma è quasi certo che fosse tutto pianificato) la tv di Stato ha mostrato le immagini degli studenti che rompevano i vetri con le pietre e lanciavano volantini dalle finestre. Poco prima i manifestanti, radunatisi davanti all’ambasciata, avevano gridato slogan come "morte alla Gran Bretagna" e "via la Gran Bretagna", bruciando anche bandiere israeliane. I contestatori si sono scontrati con la polizia in assetto anti-sommossa. L'attacco all'ambasciata è stato trasmesso in diretta dalla tv di Stato, che ha mostrato l’immagine di un giovane che stringeva tra le mani i resti di un ritratto della regina Elisabetta II strappato dal muro.
Sei persone prese in ostaggio
Sei dipendenti dell’ambasciata sono tenuti in ostaggio dai manifestanti. Lo ha riferito Al Jazeera, citando l’agenzia Mehr. Dopo pochi minuti l'agenzia, senza fornire alcun chiarimento, ha cancellato dal proprio sito web la notizia.
Foreign Office indignato
Il ministrero degli Esteri britannico si è dichiarato "indignato" dalla "inaccettabile intrusione" dei manifestanti. "Ai sensi delle leggi internazionali, compresa la convenzione di Vienna, il governo iraniano ha il chiaro obbligo di proteggere i diplomatici e le ambasciate sul suo territorio, e ci aspettiamo da lui che agisce il più rapidamente possibile per riprendere il controllo della situazione e garantire la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri locali".
Interviene la polizia
Dopo alcune ore la polizia iraniana ha sgomberato la strada di fronte al compound dell’ambasciata britannica e ha ottenuto il rilascio dei sei dipendenti dell’ambasciata britannica presi in ostaggio.
Gli studenti: fatto tutto da soli
In un comunicato gli studenti hanno detto di aver organizzato tutto da soli, rivendicando la rottura completa dei legami diplomatici con Londra. "La presa dell’ambasciata della vecchia volpe (Londra, ndr) e l’azione compiuta con gli Stati Uniti (l'occupazione dell'ambasciata Usa nel 1979, ndr) dovrebbe essere ripetuta anche con la Gran Bretagna", per tutti i "crimini" compiuti da "questa vecchia potenza coloniale".
Con gli studenti si trovava anche il parlamentare Hamid Rassi, secondo il quale le decisioni prese dal parlamento, tese ad approvare i rapporti diplomatici tra i due paesi, hanno evitato che l'ambasciata britannica finisse distrutta per la rabbia della popolazione.
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