Il direttore scolastico regionale Anna Maria Dominici non ha potuto fare a meno di revocare la parità alle materne comunali milanesi: «Il quadro normativo vigente è molto chiaro commenta e su tre punti il Comune non era in regola».
Quali?
«Sulla possibilità di iscrivere i bambini anche per chi compiva i tre anni entro aprile, sullescludere i figli dei genitori che non erano in regola col pagamento della retta della refezione, e analoga sorte per i figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno. Il primo punto è stato sanato, gli altri due no».
Ma anche chi quando la famiglia non paga la mensa può continuare a far frequentare le materne ai figli?
«Un servizio a finanziamento pubblico non può rifiutare liscrizione nemmeno di questi bambini. Tuttal più può promuovere unazione di recupero delle quote non pagate, ma non può non accogliere e iscrivere anche questi bambini».
Ma lassessore milanese alleducazione Mariolina Moioli aveva chiesto si facesse chiarezza sulla normativa vigente?
«In verità non cera nulla da chiarire: siamo di fronte a un principio consolidato. A partire dalla stessa legge cosiddetta Bossi Fini fino ai successivi regolamenti messi a punto da Letizia Moratti quando era ministro dellIstruzione, fino allultimo recente pronunciamento del Parlamento europeo, è unanime il parere che un bambino abbia diritto alla frequenza di un servizio scolastico indipendentemente dalle condizioni culturali, religiose e sociali della famiglia. Quindi anche i figli dei clandestini devono essere iscritti».
Quali saranno le conseguenze di questo provvedimento?
«Mi auguro che il Comune si adegui. Credo che non possa essere altrimenti perché Milano è sempre stata allavanguardia nelloffrire servizi non solo di qualità, ma anche civilmente e socialmente importanti.
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