Marianna Bartoccelli
da Roma
Mentre il Copaco mette a punto la relazione finale sul caso Pollari-Abu Omar (riunione prevista per martedi) esplode la polemica dopo la pubblicazione su alcuni quotidiani nazionali della sintesi delle 11 pagine di bozza preparata dal vicepresidente Massimo Brutti. Nelle quali vengono anticipate le posizioni dellesponente dei Ds. La bozza, in sintesi, è un duro atto daccusa sul direttore del Sismi Pollari, e mette in evidenza le contraddizioni delle sue dichiarazioni in commissione, sino ad accusarlo di aver mentito. Esplicita condanna alla fuga di notizia arriva innanzitutto dal presidente del Copaco. «Non è ammissibile - afferma Scajola - che si porti strumentalmente sui giornali un dibattito che per legge ha la propria sede istituzionale nel Copaco. E annuncia: «Mi riservo ladozione di iniziative appropriate per porre fine a questa deprecabile prassi». Massimo Brutti, autore della bozza, respinge laccusa (ad avanzarla soprattutto Francesco Cossiga e Fabrizio Cicchitto) di essere responsabile della fuga di notizie: «È unoffesa alla mia intelligenza pensare che sia uscita dalla mia cartella», ribadisce Brutti che spiega come lui, due giorni fa, abbia fornito copia della sua bozza a tutti e otto i componenti del Copaco, in attesa dellincontro di martedì. La diffusione di carte così delicate rende difficile adesso latmosfera allinterno dellorganismo di controllo dei Servizi, una delle poche commissioni presiedute dallopposizione, caratterizzata sino ad oggi da un atteggiamento bipartisan. «Se in larga parte la bozza Brutti era inaccettabile oggi non è recuperabile neanche per la punteggiatura», sottolinea Alfredo Mantovano (An), che critica anche il contenuto del documento, definendolo «unapodittica requisitoria funzionale esclusivamente a proseguire lopera di delegittimazione, e anzi di vera e propria demolizione, dei nostri servizi di informazione e di sicurezza, in corso da mesi».
Attacca anche Fabrizio Cicchitto (Fi): «Quella del senatore Brutti, sia nel metodo che nel merito, rompe un clima bipartisan che finora era rimasto in piedi in questo delicato settore per ovvie ragioni di senso di responsabilità nazionale».
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