Praga è una città magica per definizione, e la sua magia non è rimasta confinata nel passato: i cabalisti, gli astrologi e gli alchimisti che secoli fa abitavano i suoi vicoli, rivivono, in tempi moderni, nelle opere letterarie di alcuni tra gli scrittori più significativi del Novecento, come ci ricorda l'autorevole germanista Marino Freschi in un appassionato baedeker intitolato appropriatamente Praga. Guida letteraria alla città di Kafka (Mimesis, pagg. 416, euro 22). A cento anni dalla morte di Kafka (1883- 1924) questo saggio riccamente illustrato permette al lettore di conoscere a fondo vita e opere degli autori principali della cultura mitteleuropea. Oltre all'ineludibile Kafka, incontriamo, tra queste pagine, i ritratti di Rainer Maria Rilke e di Gustav Meyrink, di Franz Werfel e di Max Brod, carissimo amico di Kafka e protagonista, assieme a Paul Leppin, della cosiddetta Scapigliatura praghese. Ma non solo di artisti e letterati è ricca la memoria dell'attuale capitale della Repubblica Ceca: scienziati come Giovanni Keplero e Albert Einstein trovarono qui sicuro rifugio e generosa ospitalità; l'inventore della teoria della relatività fu nominato da Francesco Giuseppe nel 1911 professore ordinario all'Università di Praga, e frequentò assiduamente i suoi ambienti intellettuali, tra cui il salotto di Berta Fanta, ben noto a Kafka. In quei tempi, oltre a letterati e scienziati, erano molto presenti anche gli appassionati di fenomeni sovrannaturali e gli adepti di culti misterici, come ha ben raccontato il praghese d'adozione Gustav Meyrink, autore del celebre romanzo Il Golem, che nei suoi libri, qui accuratamente analizzati, approfondisce temi esoterici e alchemici, o come il fondatore dell'antroposofia Rudolf Steiner, che ebbe una stretta frequentazione con Franz Kafka.
Cuore culturale del Vecchio continente, Praga è stata anche, in almeno due occasioni, il centro politico dell'Europa: la prima volta durante il Medioevo, quando Carlo IV di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1355 al 1378, scelse la città boema come centro delle sue attenzioni, fondando la Città Nuova e l'Università. La seconda volta grazie a Rodolfo II (1552 - 1612) che nel 1583 elegge Praga come città imperiale e trasferisce qui il suo trono chiamando attorno a sé scienziati come Tycho Brahe e Giovanni Keplero, assieme a una stravagante corte di ermetisti, filosofi e, inevitabilmente, sedicenti maghi e veri ciarlatani.
Situata nel centro della Mitteleuropa, Praga è sempre stata, per vocazione, una città dove si sono incrociate e mischiate diverse comunità, tra le quali le principali sono state quella ceca, quella tedesca e quella ebraica, a cui, ecco una delle sorprese del libro, va aggiunta quella italiana. Già attiva alla corte imperiale rodolfina con il pittore milanese Arcimboldo, la presenza italiana si fa sentire soprattutto in campo musicale. Come ci racconta Freschi, il successo di Mozart «si spiega anche con l'influsso italiano a Praga, dove la comunità italiana, presente da secoli, fino a tutto il Settecento, era assai consistente e stimata, composta da numerosi artisti, artigiani, architetti, attori e musicisti. La nostra colonia era assai compatta e ragguardevole, tanto da essere considerata la quarta etnia praghese, accanto a quella ceca, tedesca ed ebraica». Un legame confermato dall'ospitalità offerta a Cola di Rienzo, a Giordano Bruno e soprattutto a Petrarca dalla corte di Carlo IV.
Praga ha il destino segnato dalla geografia e rafforzato dall'etimologia. La parola ceca pràh, infatti, significa «porta».
La principessa Libussa, leggendaria fondatrice della città nel 730, ne annunciò così la missione: «Poiché davanti a una porta (prah) bassa si inchinano anche i signori, per questo la rocca che edificherete si chiamerà Praga/Praha». Parola di profetessa.
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