L’Accademia di danza Venditti «raddoppia»

L’ex primo ballerino della Scala: «Al ballo si può avvicinare chiunque»

Luciana Baldrighi

Milano torna a danzare sulle punte. L’Accademia di danza classica e moderna del noto Maestro Walter Venditti primo ballerino alla Scala dal 1950 al 1975 che nella sua lunga carriera artistica ha collaborato con i più qualificati insegnanti e coreografi del mondo. Venditti ha aperto una sua scuola che oggi raddoppia con una sede nuova proprio a ridosso della Scala stessa in Via dei Bossi 2, dove riporta in auge una tradizione che attraverso la Scala ha rappresentato un segno di tradizione e contemporaneamente di innovazione.
«La mia scuola - dice - è aperta a ogni livello, dalla propedeutica al professionismo. Alla danza si può avvicinare chiunque sia come piacere estetico, evasione o conoscenza del movimento». Una prova dei risultati è stato il saggio di fine anno realizzato con i Maestri e i coreografi Marcella Silvani, Manuela Ceretti, Elena Lago, Cristina Biondi, Giovanni Lampugnani, Rosita Mariani e Marina Perrone. Riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione la Scuola che è subentrata negli eleganti spazi dove svolgeva una particolare ginnastica Ulla Gass, rilascia un diploma ufficiale, un attestato che abilita all’insegnamento. Tra i vari corsi anche psicomotricità, propedeutica, dal I al IV livello di danza classica fino a danza moderna, jazz, tango argentino, danza araba, spagnola, Tai Chi Chuan, Capoeira.
I Maestri Maria Carpaneto, Manuela Ceretti, Finella Siniscalchi, Gianfranco Russo, Marina Fur e la professoressa Letizia Fabrucci fanno capo alle diverse discipline.
«Oggi assistiamo a una riscoperta del metodo Laban attraverso la Laban Noteschiou», unica forma di scrittura moderna per tramandare le composizioni coreografiche. La danza espressionista tedesca come la Wignam, la Cadlec e la Pina Bausc che è stata l’ultima allieva della Laban segnano quanto la coreografia moderna tedesca tenga le fila del panorama internazionale», spiega il Maestro Venditti. Le pitture rupestri del Paleolitico nelle caverne della Francia meridionale, Spagna e dell’Africa settentrionale sono la testimonianza più antica della creatività innata dell’uomo basata sul movimento e l’armonia. Dall’imitazione del lavoro quotidiano e della natura, nonchè sulla base del ritmo che accompagna tutti gli avvenimenti dell’esistenza, nacquero firme di movimento ludiche: divinità e spiriti venivano venerati con la danza. Il valore etico e le proprietà salutari dell’educazione al movimento sono il primo complesso e ordinato sistema pedagogico di ginnastica a noi noto a partire dall’antica Grecia. Anche nel Rinascimento si assiste all’educazione del corpo. Il gentiluomo di corte aveva una completa padronanza delle arti cavalleresche, sapeva saltare, correre e nuotare e soprattutto era un abile ballerino come testimonia Vittorio da Feltre (1378-1446).

Stiamo parlando quindi di una scuola che non è solo danza moderna o classica e ginnastica ma anche un insegnamento intellettuale da mettere in relazione con le nostre forze psicologiche per riscoprire modelli figurativi che ci portano a un educazione corretta del movimento e che soddisfano le esigenze mentali e motorie di persone di ogni età.

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