L’Auditel «ritira» i nuovi dati d’ascolto

Ma Mediaset continuerà a comunicarli

Laura Rio

Alla fine tutto torna come prima. Mediaset fa, per ora, un passo indietro e la Rai grida alla vittoria (strana vittoria visto che in un primo momento aveva dato il suo avallo). In sostanza, ieri il consiglio di amministrazione dell’Auditel all’unanimità ha deciso di sospendere la pubblicazione dei risultati di ascolto nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, che escludeva bambini e anziani. Rilevazione che era stata voluta da Mediaset (in aggiunta a quella sul totale del pubblico e sulle altre numerose fasce) in quanto la Tv privata si rivolge soprattutto a quella fetta di pubblico.
Dopo il clamore suscitato dalla vicenda all’inizio di aprile (si era accusata l’Auditel di favorire il Biscione), ieri il cda (formato da rappresentanti stessi di Mediaset, di Rai e La7) ha deciso di rinviare l’esame del nuovo target (insieme a quello 35-64 anni voluto dalla Rai, che ha un pubblico più anziano), al comitato tecnico della società e, in attesa dell’approfondimento, di sospenderne la pubblicazione.
Mediaset, comunque, non rinuncerà a rendere noto lo share unicamente nella fascia d’età 15-64 anni, nonostante non ci sia più l’ufficialità Auditel. Una prassi, del resto, per tutte le tv e per gli inserzionisti pubblicitari, che da sempre fanno i calcoli sulle fasce che più loro interessano. Ma perché allora questa retromarcia Mediaset? «Non è una retromarcia - risponde Marco Paolini, direttore marketing Mediaset - abbiamo semplicemente voluto smorzare le polemiche. Ora il comitato tecnico farà una nuova valutazione e siamo certi che sarà positiva. Del resto è solo una aggregazione di fasce già esistenti (15-24, 25-44 e 45-64 anni). E, penso che anche i consiglieri Rai concorderanno». Ma, l’intera vicenda sembra una gaffe di Mediaset e un modo per celare ascolti non esaltanti... «È una lettura assurda, noi vogliamo solo comunicare i dati più interessanti per i nostri investitori pubblicitari».
In tutto questo, appare strano pure il comportamento dei rappresentanti della Rai in Auditel. In cda siedono sei membri della Tv di Stato: durante il penultimo consiglio è stato comunicato (si dice frettolosamente) ai consiglieri l’approvazione della nuova fascia (e, dunque, non hanno capito l’importanza della questione o hanno fatto retromarcia).

La decisione è stata presa dal comitato tecnico in cui comunque siedono tre dirigenti Rai (Benito Benassi, vice di Carlo Nardello, responsabile marketing della Tv di Stato e pure consigliere in Auditel, Elisa Albri e Paolo Baudi di Vesme). Possibile che Nardello, che ieri ha dichiarato a Repubblica di «essere contrario e di non aver saputo nulla della decisione», e i suoi colleghi non fossero stati informati dai loro vice?

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