E adesso è colpa dello Stato e delle norme sull’immigrazione. L’avvocato di Oleg Fedchenko, il pugile ucraino protagonista il 6 agosto della feroce e insensata uccisione di una giovane donna in viale Abruzzi massacrata a pugni davanti ai passanti, si prepara a sostenere questa tesi davanti ai giudici. Secondo Francesca Santini, difensore dell’assassino, lo scoppio di violenza costato la vita ad Emilou Arvesu sarebbe stato evitato se i medici che avevano in cura Fedchenko avessero sostituito gli psicofarmaci con altri più efficaci. Ma i sanitari del Policlinico, ricordano i legali, non cambiarono le medicine perchè il giovane non aveva il permesso di soggiorno. "Questo risulterà dall’esame delle carte sanitarie sequestrate" dichiara ieri l’avvocato Santini all’agenzia Apcom. Ma il ritratto di Fedchenko che emerge dagli atti dell’inchiesta sembra poco idoneo a sostenere la tesi dell’avvocato. Secondo l’ordinanza che lo ha tenuto in carcere,l’ucraino è pienamente "compos sui", ovvero padrone delle proprie azioni. É un bruto, insomma, ma non è matto. Scrive il giudice preliminare Cristina Di Censo: "L’assoluta mancanza di freni inibitori della violenza, l’incapacità di contenere i propri istinti, la disponibilità di armi, elementi uniti alla prestanza fisica fanno di una sorta di bomba sempre innescata e pronta ad esplodere alla minima provocazione". Quanto ai disturbi mentali che affliggono Fedchenko e che l’avevano portato anche a un trattamento sanitario obbligatorio, il giudice nel motivare la convalida dell’arresto in carcere scrive che tali disturbi "non elidono la capacità di intendere e di volere del soggetto". "Le modalità e le circostanze dei fatti- sono le parole del gip - denotano una spiccata pericolosità sociale tale da rendere probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi: Fedchenko ha ucciso una persona a lui del tutto estranea per un movente economico assolutamente sproporzionato rispetto alla gravità del suo agire. Inoltre l’aggressione denota una spietatezza non comune, indice di spiccata capacità a delinquere idonea a replicarsi anche a fronte di sollecitazioni modeste". Insomma Fedchenko per il gip potrebbe uccidere ancora e dato il suo stato di clandestinità a causa del permesso di soggiorno non rinnovato potrebbe fuggire.
Il giudice definisce il giovane ucraino "persona compus sui", "certamente aiutato dai farmaci ma che dà mostra di comprendere il senso delle domande e che dà risposte congrue". L’Arcivescovado ha intanto annunciato che, per volontà del Cardinal Tettamanzi, una messa in suffragio di Emilou Arvesu verrà officiata sabato alle 11 alla parrocchia di via Pierluigi da Palestrina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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