L’Europa approva un farmaco contro la malaria frutto dell’innovazione dei ricercatori italiani

Ogni anno sono più di 250milioni le persone colpite da malaria in tutto il mondo e circa 780mila i decessi, soprattutto nell’Africa sub-sahariana. L’85 per cento delle vittime sono bambini di età inferiore ai 5 anni. La malaria, la seconda malattia infettiva al mondo, resta ancora una tra le principali emergenze sanitarie a livello globale. Una nuova terapia combinata in dose fissa (Artemisinin-based Combination Therapy- ACT), nata dalla collaborazione tra Sigma-Tau (tra le più importanti realtà farmaceutiche nazionali) e Medicines for Malaria Venture (MMV), organizzazione no-profit internazionale, ha ottenuto da parte dell’ Agenzia Europea del farmaco (Ema), l’autorizzazione all’immissione in commercio. Il nuovo farmaco, a tutti gli effetti il primo antimalarico frutto della ricerca italiana, sviluppato nel rispetto degli alti standard internazionali, in una serie di studi clinici su larga scala condotti in Africa e in Asia, si è dimostrato altamente efficace nel trattamento della malaria non complicata, negli adulti e nei bambini e nel ridurre, in modo significativo, i tassi di reinfezione. Novità quest’ultima importante, soprattutto per i bimbi che vivono in aree ad alto rischio e che spesso, dopo la guarigione (superiore al 95%), sono soggetti ad un nuovo episodio della malattia, potenzialmente mortale. «Il numero di nuove infezioni, nei due mesi dopo il trattamento, si è significativamente ridotto di circa il 50 per cento», spiega Marco Corsi, direttore medico Sigma-Tau, tra gli esperti riuniti a Ginevra ad un incontro promosso dalla stessa azienda e MMV.

«Nei Paesi dove la malaria è altamente endemica, i pazienti curati possono essere nuovamente infettati. L’azione di profilassi secondaria potrà quindi avere un forte impatto dal punto di vista socio-sanitario. Il trattamento sarà naturalmente disponibile anche per i cittadini europei».

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