L’impianto fotovoltaico del futuro nell’Agro pontino

Dopo l’annuncio di qualche mese fa, si passa alla fase operativa. Sarà realizzata nel sud della Provincia di Latina, dopo un accurato studio delle caratteristiche orografiche e climatiche della zona, una centrale solare per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, secondo una tecnica innovativa messa a punto nei centri di Portici e della Casaccia, di cui l’Enea (l’Ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) detiene il brevetto ed è leader in Europa.
Si tratta di un impianto fotovoltaico a concentrazione che occuperà cento ettari di terreno e produrrà, grazie a un sistema di tubi ad alto valore tecnologico che sopportano temperature altissime, energia elettrica dal sole in maniera costante, senza interruzioni (25-30 megawatt all’anno).
«Quello delle interruzioni - ricorda Mauro Vignolini, responsabile Enea del progetto solare termodinamico - è uno dei problemi delle fonti energetiche rinnovabili. L’energia termica raccolta produce vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine della centrale, incrementa la produzione di energia elettrica» - spiega ancora Vignolini - riducendo il consumo annuo di combustibili fossili con un risparmio di 2.600 tonnellate di petrolio e di emissioni di anidride carbonica per 8.000 tonnellate l’anno.
Sarà un impianto industriale in piena regola di cui Priolo (con Enel) in fase di completamento, potenza 5 megawatt, è il prototipo. Dalla posa della prima pietra al completamento della struttura due anni e mezzo potrebbero bastare. Importante anche come modello esportabile nei paesi del Mediterraneo. E infatti non sfugge a Terna che è già pronta ad investire.
«Produrre in una zona desertica energia dal sole fa sì che il deserto diventi produttivo di un bene esportabile, l’energia. Tutto il mondo lavora in questa direzione, la tecnologia come spinta all’economia e all’impresa per una competizione vincente», dice il professor Luigi Paganetto, reduce da una riunione preparatoria del G8.
A siglare il protocollo ieri c’erano oltre al presidente di Enea Paganetto, i presidenti della Regione Lazio, e Confindustria Lazio Piero Marrazzo e Maurizio Stirpe. Entro tre mesi verrà predisposto lo studio di fattibilità per la definizione della tipologia e della taglia dell’impianto e per il reperimento dei finanziamenti. Costo previsto 150 milioni di euro, a cui dovrebbero concorrere privati, istituti di credito, la Banca europea per gli investimenti e la Regione.
«Un momento importante per la Regione, che segna un salto di qualità» per l’assessore Filiberto Baratti. «Il Lazio, la regione delle energie rinnovabili», secondo Marrazzo che ricorda i 5 milioni di euro stanziati a favore di centrali termodinamiche.
«Ma questo è il punto di partenza, non di arrivo», ricorda l’ingegner Filippo Tortoriello, responsabile energia e ambiente di Confindustria.

L’intenzione è di lanciare una sfida tecnologica al sistema Europa, «contro Francia, Germania e Spagna, una sfida internazionale che si può vincere». E come valore aggiunto annuncia la creazione di un «Museo dell’energia per le fonti rinnovabili» e l’utilizzo delle acque calde prodotte in abbondanza dalla centrale per una piscina a disposizione dei cittadini.

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