Uno è Vittorio Agostino sindaco di Chiavari, l'altro è Alessandro Agostino candidato per la Lega al consiglio regionale: entrambi rinviati a giudizio per la vicenda Preli, entrambi assolti perché il fatto non sussiste. Alla faccia di chi sbraita che gli indagati non dovrebbero essere candidati a niente. E allora Agostino junior? Addirittura rinviato giudizio è sceso in pista in attesa di sentenza. Che poi lo ha scagionato, confermandolo nella bontà delle sue scelte. E se il procedimento in atto fosse stato discriminante per la corsa, oggi, con l'assoluzione in tasca, come sarebbe stata letta la questione? Giudicato prima del giudizio. Che alla fine lo manleva da tutto, benedicendolo sulla via della Regione. Tant'è che lui stesso ieri in aula, al pronunciamento della sentenza, incassa la vittoria e commenta: «Aspettavamo l'esito con serenità; spero che dopo sette anni altre persone capiscano, soprattutto quelli che ci hanno infangato. Sette anni di vita passata al setaccio dagli inquirenti, ma «adesso gli Agostino ne escono puliti».
E le carte sono in regola per quella strada che a testa alta aveva imboccata, tappezzando Chiavari di manifesti: «Non avevo alcun dubbio sull'esito del processo e comunque questo atto sigilla quella forma di correttezza nei confronti degli elettori». La complessa vicenda Preli nel 2003 vedeva rinviati a giudizio Vittorio Agostino, suo figlio Alessandro, architetto, Alessandra De Barbieri (deceduta nel 2008) e il dirigente all'urbanistica, Angelo Valcarenghi con l'accusa di tentata concussione e abuso d'ufficio. Il procuratore Luigi Carli aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione e l'interdizione dai pubblici uffici per il sindaco, e due anni e otto mesi per il figlio Alessandro e Valcarenghi. L'inizio risale al 2001, con l'approvazione della variante al piano regolatore, richiesta dalla società Cantieri navali, per lo sviluppo residenziale nell'area di Preli. Nel 2002 il tutto passa alla Scogli Srl di Chiavari e la Cantieri revoca il mandato al progettista, l'architetto Agostino. Il padre Vittorio, presidente del consiglio comunale, ottiene le deleghe a Urbanistica ed Edilizia che rimette la settimana dopo, con le dimissioni del sindaco Alessandra De Barbieri. È nel gennaio 2003, su esposto di politici locali e della Cantieri navali, che la Procura apre un'inchiesta cui segue a dicembre il rinvio a giudizio. Sette anni di passione, fino alla lettura del dispositivo di assoluzione da parte del giudice Roberto Pasca : «Dopo sette anni di graticola temevo il peggio» il commento a caldo di Valcarenghi. Il sindaco ha preferito attendere in Comune: «Prego, entrate-sorriso smagliante e voglia di sbatterla in faccia a più d'uno questa sentenza-Ci credevo, ho la coscienza a posto. Ci sono fior di documenti che confermano la bontà del comportamento». Un processo che ha condizionato non poco l'uomo e il politico: «Sì, ma si supera tutto e io ho abbastanza anni per resistere». E le sorti di Preli? «Intendiamo procedere: sceglieremo un funzionario estraneo alla vicenda che applichi con correttezza le norme». E dopo anni di indagini lo sbotto: «Una situazione del genere non giova all'interesse pubblico, falsifica gli atti e denigra la persona». Con stiletto in coda, anche per la Procura: «Visto che si tratta di persone competenti, forse si poteva evitare questo incidente durato così tanti anni». Dellesito del procedimento si compiace, fra gli altri, Gian Nicola Amoretti, vice coordinatore provinciale vicario del Pdl: «Sono ipergarnatista di principio - dichiara Amoretti -. E oggi non posso che essere felice.
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