da Londra
Un metro e 91 centimetri, 104 chili. In pratica un armadio che si muove tra il talento di un ritrovato Jonny Wilkinson e Mike Tindall, altro solido pilastro dell'Inghilterra che alle 14.30 affronta gli azzurri. Il primo bastione della grande muraglia allestita da Brian Ashton per affrontare lItalia e incasellare la seconda vittoria di fila, dopo il black out della gestione Robinson, si chiama Andy Farrell. Anche lui arriva dalla rugby league, la versione a tredici dello sport ovale. 230 partite con il Wigan, altre 34 con la Gran Bretagna. Un totale di 2376 punti prima di passare al rugby a quindici con i Saracens. Un ritorno a casa di cui sè fatta carico la stessa federazione inglese che ha stretto un patto d'acciaio con i Saracens, il suo club. Così lo stipendio di Farrell, 250.000 sterline, lo pagano in due. Ma con il contratto, su Farrell si è riversata anche la maledizione di Jonny. Infortuni a catena per l'ex stella del rugby league che solo da quest'anno ha potuto cominciare a mettere in mostra i suoi talenti.
Non è l'ultimo, Farrell, a passare dal rugby league al rugby union. Con il passaggio al professionismo anche della versione originale, linversione è stata inevitabile, mentre prima tutti fuggivano nel tredici in cerca di sterline.
Contro lInghilterra, intanto, gli azzurri allineano una squadra fortemente condizionata dagli infortuni di Masi e Mauro Bergamasco.
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