AteneNellanno più duro per General Motors, solo uno dei tanti marchi dellormai ex colosso americano è passato indenne attraverso la tempesta: Chevrolet, cioè letichetta che è sinonimo in tutto il mondo di prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo. In Europa, per esempio, mentre il mercato calava il marchio del cravattino ha incrementato le vendite del 12,5% nei primi 11 mesi del 2009, mettendo a segno pure buoni guadagni. Qual è il segreto per fare utili con modelli di volume, che inevitabilmente scontano margini di guadagno modesti, anche nel momento in cui la capacità di assorbimento dei mercati si riduce?
«Costi di produzione contenuti e una struttura snella, dove si è in grado di prendere rapidamente le decisioni, in modo da potersi presentare con i modelli giusti al posto e nel momento giusto», risponde litaliano Cesare Prati, direttore delle vendite di Chevrolet Europa. «In Italia, per esempio, la scelta lungimirante di proporre per primi lalimentazione a Gpl su modelli popolari come la Matiz ci ha messo nella condizione di poter approfittare al massimo degli incentivi per le auto a gas».
Ma il sostegno statale non potrà durare allinfinito...
«Infatti, anche se il quadro economico dovesse migliorare ci aspettiamo per lanno prossimo un calo dei mercati in Europa, Italia compresa, proprio a causa della riduzione degli incentivi. Certo, laiuto da parte dei governi non può diventare permanente. Ma uno stop improvviso può far perdere di colpo, come temiamo possa accadere in Germania, un milione di auto. Dunque, occorre cautela nelluso di questo strumento, che va usato per guidare i processi e non per attenuarne gli effetti. In questo lItalia, che è partita per prima negli anni Novanta, ha molto da insegnare agli altri Paesi».
Per lindustria dellauto rimane, in ogni caso, il problema delleccesso di capacità produttiva. Chi avrà il coraggio di affrontarlo?
«Potrei rispondere che finora Gm è stata lunica a fare questo lavoro, in modo anche traumatico. Opel sta cercando di farlo, ma non si tratta di unoperazione facile e men che meno indolore. La verità è che queste scelte non le fa solo limprenditore. Entrano in gioco altre problematiche e altri soggetti decisionali. E poi, più che troppa, la capacità produttiva è allocata male. Può sembrare un paradosso, ma ci sono mercati con potenzialità incredibili, per esempio la Russia e alcuni Paesi dellEst europeo, privi di fabbriche moderne».
Intanto, dopo la Matiz, la sua erede sarà costruita ancora in Corea...
«Sì, per cominciare abbiamo rinnovato limpianto là. Ma presto il nuovo modello, la Spark, sarà fabbricato anche in India e Uzbekistan.
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