Presidente Giancarlo Dondi, 137 punti subiti in tre gare in Europa dal Calvisano, 155 dal Benetton. Per invertire la tendenza del nostro rugby bisogna cambiare rotta?
«È vero che i risultati che arrivano quando giochiamo con squadre di questo calibro non sono eclatanti. Ma ci sono ragioni diverse, non ultima quella dei bilanci diversi che permettono loro più risorse e maggior qualità».
Ma è solo una questione di soldi?
«Non solo. Credo sia anche una questione legata allabbassamento del nostro livello. Molti giocatori italiani se ne vanno allestero. Questo dovrebbe farci riflettere sul sistema e sulla necessità di pensare insieme qualche soluzione per migliorare anche la nostra qualità nelle competizioni continentali».
Una soluzione di che tipo?
«Lidea di un Club Italia, per esempio, in modo da avere i giocatori della nazionale più tempo con i nostri tecnici. Unidea non esclusiva, ma finalizzata ad un duplice obiettivo. Essere competitivi in Europa e vincere con la Nazionale».
I club che ruolo avranno?
«Una o più selezioni, ricadute economiche, questioni tecniche. Il 10 dicembre ci incontreremo con i presidenti delle squadre di Super10. Ne parleremo, senza preclusioni.
E la Fir?
«La Fir è un organo eletto. Deve dare delle indicazioni, promuovere un certo sviluppo, curare la Nazionale che resta il traino del nostro sport».
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