L’Italia non c’è: solita ripassata d’inglese

LondraL’esperimento non è riuscito e l’erba di Twickenham resta amara. Si torna a casa ridimensionati da un’Inghilterra non bella, a tratti imbarazzante, che ha il merito di badare soprattutto all’essenziale. Finisce 36 a 11. Cinque mete a una, con l’Italia ridimensionata e fuori contesto. Con il senno di poi sbaglia soprattutto Mallett. Si rivela un ossimoro tecnico l’utilizzo di Mauro Bergamasco dietro il pacchetto. A giochi fatti lo lascia negli spogliatoi. Non è un bel segnale per chi si è sempre sacrificato in nome della maglia azzurra. Non ha funzionato l’arma tattica di avere un “cagnaccio” in più per mordere le caviglie agli inglesi. In più diventa vana la speranza di avere dalle mani di Mauro la precisione e la velocità nella trasmissione dell’ovale. Il telecomando di Troncon a bordo campo non funziona. Servirebbe contro questa Inghilterra.
In partita l’Italia non entra mai. Anche perché nei primi minuti si permette il lusso di regalare tutto il giocabile che le passa tra le mani. Il disastro nelle rimesse laterali di fatto lancia la squadra di Johnson verso una comoda e facile vittoria. Basta un minuto e mezzo per schiodare lo zero dal tabellone. E ci pensa Andy Goode, l’ex compagno di squadra dell’allenatore inglese, pronto a sfruttare fin troppo facilmente l’errore azzurro in conquista. Come alibi, la meta a freddo stavolta non funziona. L’Italia resta negli spogliatoi e sul campo impietosamente vanno tutti i limiti degli azzurri. Con le nuove regole Parisse e compagni restano a guardare. Bergamasco non è un metronomo, Harris invece si dimostra un fulmine. La differenza tra i due numeri 9 è imbarazzante. Il mediano inglese raddoppia sugli sviluppi di un pallone che Haskell recupera dall’inferno. E all’inferno ci finisce anche l’Italia che perde Marcato in occasione della terza meta di Flutley alla mezzora. Peggio di così non si poteva partire. McLean ci regala due piazzati, il sudafricano Lawrence sventola due gialli in faccia a Haskell e Geraghty ma anche con l’uomo in più gli azzurri restano senza iniziativa.
Nella ripresa è ancora Harris a fare la differenza nel raddoppiare e rilanciare il gioco sui punti di incontro. Due mete per il compagno di squadra di Castrogiovanni, una per Mirco Bergamasco che sul finale si fa trovare puntuale all’esterno di Robertson per aprirsi un varco verso la meta. Poi Cueto, a mettere il quinto sigillo di una partita che serve solo all’Inghilterra per uscire dal tunnel delle sconfitte di novembre.

In quel tunnel, l’Italia ci resta con mille punti interrogativi. Dubbi che Mallett dovrà togliersi al più presto per dare alla squadra almeno una proposta di gioco che oggi non c’è. L’Irlanda intanto ha battuto la Francia 30-21 a Dublino. E domenica sarà il nostro prossimo cliente.

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