L’odissea di un’edicola senza sede

Nove mesi per sentirsi dire di no, l’edicola alla Fiumara «non s’ha fare», senza sapere poi perché. Giancarlo Modaffari ci ha provato in tutti i modi a convincere il Comune, ma alla fine si è dovuto arrendere alla dura legge della burocrazia. Quella che gli impedisce una cosa apparentemente semplicissima: trasferire il suo chiosco per la rivendita dei giornali da Lungomare Canepa a via Pacinotti, zona Fiumara. É lì che l’uomo vorrebbe continuare la sua attività di edicolante dopo essersi reso conto che dove lavora adesso, in Lungomare Canepa, non ci sono più le condizioni per andare avanti in modo dignitoso. «Da anni si parla di imminenti lavori per l’ampliamento di questa strada - racconta l’uomo - mi sembra legittimo pensare di trasferire il mio chiosco da un’altra parte». Ma il Comune non sente ragioni. Questo nonostante il signor Modaffari a dicembre scorso abbia ricevuto dai vigili annonari incaricati di misurare le distanze tra un’edicola e quella più vicina il parere favorevole al trasferimento del chiosco. «La normativa vigente richiede una distanza di 150 metri tra una rivendita e l’altra e io la rispetto perfettamente», aggiunge l’uomo. Che non si è dato per vinto e ha deciso di scrivere anche al presidente della Repubblica, dopo aver inutilmente sperato che le istituzioni locali lo aiutassero a trovare una zona di Genova dove poter trasferire la sua attività. Già, perché lo sfortunato edicolante da quasi tre anni propone all’amministrazione comunale diverse soluzioni sentendosi rispondere ogni volta picche. Bolzaneto? Lì no perché c’è il mercato ortofrutticolo e chi se ne occupa ha già chiesto di poter aprire un’edicola. Ma tu guarda. Prà? Neppure. L’opera Prà Viva si è accaparrata lo spazio, quindi non se ne parla. Niente da fare anche a Dinegro per la solita regola delle distanze che in quel caso mancherebbero, mentre a Sampierdarena (piazza del Monastero) il progetto presentato dall’edicolante è stato bocciato dagli uffici del Comune. Motivo? «Non era gradevole per l’estetica dei palazzi a fianco». Di qui la scelta - quasi obbligata - di puntare sulla Fiumara. Tutto questo con spese non indifferenti dal momento che Modaffari si è preso la briga di incaricare un architetto per ottenere tutti i pareri preventivi richiesti dalla pubblica amministrazione. Ma non c’è stato verso. «Una pratica che poteva risolversi in tre mesi va avanti ormai da nove. Fino ad oggi ho incontrato solo ostacoli, pur rispettando tutte le regole imposte dal sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica».


Intanto Modaffari ha trovato un alleato nel capogruppo di An a Tursi, Aldo Praticò: «Mi sembra che il Comune stia prendendo in giro questa persona, prima gli suggerisce di trasferirsi alla Fiumara poi gli nega lo spazio. Se entro dieci giorni l’assessore Tiezzi non darà all’edicolante una risposta definitiva in un senso o nell’altro, offrirò assistenza legale al signor Modaffari».

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