L’Oriente nell’arte di Chini

L’Oriente nell’arte di Chini

Gli anni in Oriente non erano di certo trascorsi invano. Se la sala del Trono del palazzo Reale di Bangkok poteva vantare una decorazione nello stile europeo più à la page nel primo quarto del secolo breve, le terme Berzieri di Salsomaggiore pochi anni più tardi sfoggiavano leoni degni di un tempio. Galeotto l'incontro in laguna, complice la Biennale del 1907, tra il re del Siam e i pannelli decorativi della sala «L'Arte del Sogno» di Galielo Chini (Firenze, 1873-1956) per dar vita a una straordinaria avventura. Con un cachet degno di una star l'artista esporta la grazia Art Nouveau in Oriente per poi tornare in Italia carico di pezzi da collezione tra abiti, maschere e fotografie, ma soprattutto di visioni. Quelle che fanno capolino tra linee e intrecci ormai déco nella decorazione delle monumentali terme Berzieri, ove collabora a fianco dell'architetto fiorentino Ugo Giusti, che le progetta insieme a Giulio Bernardini. Inaugurate nel '23 in una Salsomaggiore che dalla fine dell'Ottocento andava costruendo la propria identità di ville d'eau europea nel cuore dell'Appennino parmense, le terme Berzieri saranno il lasciapassare di Chini per un'altra commissione in loco al Grand Hotel des Thèrmes, oggi palazzo dei Congressi. L'artista, del resto, non temeva le grandi superfici, alle spalle vantava un fitto carnet di esposizioni internazionali ed era non «solo» pittore ma anche ceramista, scenografo e costumista. Queste e altre suggestioni evocano i modelli in ceramica, grès e maiolica relativi alla decorazione delle terme Berzieri ordinati nella mostra ideata da Maurizia Bonatti Bacchini e curata con Silvia Barisione, Matteo Fochessati e Gianni Franzone alla Wolfsoniana (via Serra Groppallo 4, Genova-Nervi, fino al 18 ottobre 2009). «Il déco termale. Galileo Chini e le Terme Berzieri di Salsomaggiore» è a ragione il fiore all'occhiello genovese del Festival Internazionale della Maiolica 2009: l'esposizione presenta manifesti, immagini e una selezione di modelli decorativi che per eccezionalità paiono opere autonome. Leoni, draghi e fiere di un bestiario coltissimo s'insinuano nelle anse di un fitomorfismo che dalle radici secessioniste fiorisce in uno squisito déco, unico esempio in ambito termale.

I modelli paiono dei preziosi e rimandano ai due portafiori in maiolica dello stesso Chini per le terme Berzieri in permanenza alla Wolfsoniana nella sala dedicata a quell'esotismo che dalla fine del XIX secolo strega l'Europa.

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