Sesso, telefonini, giochi dazzardo, alcool, bullismo, soldi non si sa di quale provenienza, solitudine, qualcosa che assomiglia alla disperazione. Sembra un refrain il lamento recitato sui ragazzi che si sciupano la vita per nulla o quasi. Erano i lamenti delle nostre nonne, con qualche attenuante; erano i rimbrotti che i papà rivolgevano ai figli, quando questi non seguivano le norme di pensiero e di comportamento date per una vita retta. Poco su poco giù, i rimbrotti non sono del tutto mutati. Eppure qualcosa di nuovo - di sporco - si profila allorizzonte. I fenomeni brutali e luridi vanno evidenziandosi con sempre maggiore spregiudicatezza. Non cè bisogno di esemplificazioni inorridenti. E letà della perduta infanzia si va sempre più abbassando. Il sesso sembra diventato unossessione: anche in età pressoché preadolescenziale. La violenza sembra trasformata in esercizio virtuoso dove il macabro sembra lovvio, fino alla vanteria. Lorrore pare diventare il segno di una vittoria.
Non cè bisogno di fissare una data per stabilire l'inizio di una decadenza e di una barbarie. Né serve molto stabilire con metodi scientifico-psicologici le date di inizio di queste bravate, spesso dissolute.
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