L’Unione promette: passaporto italiano per tutti

Fabrizio De Feo

da Roma

L’Unione vara l’operazione «cittadinanza facile» e si prepara a stampare centinaia di migliaia di nuovi passaporti italiani. Dopo la prima mossa firmata da Romano Prodi che in Consiglio dei ministri, alcuni giorni fa, ha presentato una proposta di legge per ridurre da dieci a sei anni il tempo di permanenza necessario per chiedere la cittadinanza italiana, scatta ora la seconda fase dell’offensiva. È Giuliano Amato a rilanciare su questo terreno, aprendo la strada per il passaggio dallo «ius sanguinis» allo «ius soli». Una rivoluzione copernicana che regalerebbe il passaporto italiano ai figli di immigrati nati in Italia.
Attualmente, secondo le norme vigenti, non è possibile per i giovani che non abbiano compiuto ancora il diciottesimo anno di età ottenere la cittadinanza. Ma la nuova maggioranza vuole abbattere questa barriera e introdurre il «diritto di suolo». In pratica se verrà istituzionalizzato questo principio, chi nascerà su suolo italiano, indipendentemente dalla famiglia o dal Paese di provenienza, avrà automaticamente diritto alla cittadinanza italiana. Immigrati inclusi. Anche un clandestino, quindi, qualora sfugga alle maglie della giustizia e partorisca qui, avrà un figlio italiano a tutti gli effetti. L’eventuale modifica della legge in vigore avrebbe ricadute fortissime sulla nostra anagrafe visto che le nuove nascite da genitori stranieri sono passate dalle 8mila dell’inizio degli anni ’90 alle 22mila del 1999 fino alle 48.384 del 2005. Mentre per l’anno in corso Caritas e Migrantes stimano circa 55-60mila nascite. Numeri a cui bisognerà aggiungere un’altra cifra: quella degli immigrati che saranno regolarizzati dalla sanatoria che si appresta a varare il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che ieri ha annunciato che «il secondo decreto-flussi riguarderà poco meno di 300mila persone e potrà essere concluso entro fine luglio».
La vera novità è, però, quella annunciata da Giuliano Amato nel corso della quarta riunione della Consulta per l’Islam italiano. «La riforma della normativa sulla cittadinanza costituisce uno dei primi obiettivi del Viminale e del governo, come del resto annunciato nel programma dell’Unione» dice il ministro dell’Interno. «La cittadinanza è un elemento fondamentale per una reale integrazione e per il radicamento delle comunità immigrate in Italia, delle quali la componente di cultura e religione islamica è parte consistente. È necessario un riequilibrio tra il principio dello ius sanguinis e quello dello ius soli. Un intendimento che è stato accolto con viva soddisfazione da tutti i componenti della consulta». Un plauso a cui ha fatto seguito la costituzione di un gruppo di lavoro, in seno alla consulta, per la formulazione di concrete proposte di cui tenere conto in sede di elaborazione legislativa.
La sortita di Amato accende lo stupore e il malumore della Casa delle libertà. Lo «stop» più deciso arriva dal partito di Umberto Bossi. «La Lega Nord si opporrà in tutti i modi al disegno del centrosinistra di cambiare la legge sulla cittadinanza e sul diritto di voto» promette Federico Bricolo. «Amato oggi, prendendo spunto dalla Consulta islamica, tenta di imporci una società multietnica e multireligiosa che la maggioranza dei cittadini non vuole e respinge con fermezza». Un invito alla ragionevolezza è quello che arriva da Maurizio Gasparri. «Gli annunci di Amato ci inducono alla massima attenzione e ci esortano ad invitare alla massima prudenza» dice l’esponente di An. «È logico avviare una riflessione più approfondita sui problemi della cittadinanza - aggiunge - ma non possiamo cedere alle pressioni della Consulta islamica e dei gruppi di immigrati che vorrebbero probabilmente abbassare troppo i parametri per l’accesso alla cittadinanza». Per Forza Italia è Isabella Bertolini a prendere la parola per scolpire una bocciatura senza appello della proposta.

«Dopo la bioetica anche in tema di immigrazione Amato si è dimenticato che esiste il Parlamento che è il depositario della sovranità dei cittadini. Ora vorrebbe riformare il diritto alla cittadinanza partendo da ciò che vuole la consulta per l’Islam. È un vero e proprio delirio».

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