Silvia Castello
Una donna a forma di sfere che si intrecciano. È la «Rabdomante» magmatica e lussuriosa di Ercole Pignatelli, artista tra gli antesignani più significativi della figurazione italiana contemporanea che torna ad esporre dopo quarantanni a Roma, con venti opere inedite realizzate tra il 1981 e il 2005 nellesposizione «Suono, sogno del corpo» a cura di Aldo Gerbino alla Galleria Tondinelli (fino al 29 luglio). Sono figure dai morbidi petali sessuali, muse e «angeli con dolci seni» tra harem, giardini e marine brillanti. È «bello vedere lartista dipingere una donna nuda, dalle forme rotonde, fin troppo grandi in confronto con lambiente che le circonda. Sono donne così sensuali, prosperose, mi ricordano molto i quadri del famoso Botticelli. Pignatelli è un pittore con grandi capacità di riuscire a rappresentare con splendore e ineffabile leggiadria. Quando locchio mi cade sullornato sicuro di uno di quei disegni dove, in un groviglio leggero di curve appaiono i fianchi fecondi di una donna, occhi socchiusi ad inseguire un piacere nascosto e il corpo abbandonato, scosso, come se su di sé portasse la grave fortuna del segreto del mondo» dice Silvia Rocca, autrice della prefazione in catalogo. Torna in questi dipinti la ricerca sulla forma archetipa della sfera, elemento cardine che emerge in paradigmi sorprendenti. Limpronta estetica di Pignatelli ha sempre avuto come allure larte di Picasso che è spesso direttamente citata nei suoi lavori. Soprattutto in certi corpi di donna. Sebbene il maestro abbia sempre risolto il nudo in modo più plastico, i piani e le quadrature cubiste ritornano invece nellimpianto architettonico di certe scene avvolte da colori fauve e suggestioni surrealiste: un personalissimo modello visionario affine a quello affascinante di Savinio.
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