Bela Kiss, il mostro di Cinkota svanito nel nulla

Bela Kiss è stato uno dei più brutali serial killer della storia con 24 omicidi, ma in realtà il bilancio potrebbe essere molto più elevato

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Un serial killer svanito nel nulla, uno degli assassini più scaltri di sempre. Le informazioni sulla vita di Bela Kiss scarseggiano, ma l’elenco di omicidi è ben noto in tutto il mondo. Conosciuto anche come il “mostro di Cinkota”, l’ungherese ha ucciso almeno 24 persone, sempre con una garrota, tra il 1912 e il 1914. Una volta scoperti i cadaveri, è partita una caccia all’uomo durata oltre vent’anni. Ma di Bela Kiss nessuna traccia. E anche sul reale bilancio di vittime resta qualche dubbio…

Infanzia e adolescenza

Bela Kiss nasce nel 1877 a Izsák, nei pressi di Kecskemét, in Ungheria. Figlio di János Kiss e Verona Varga, non frequenta la scuola, ma nonostante ciò impara a leggere e anzi diventa rapidamente un lettore vorace. Sin da giovanissimo fa diversi lavori, interessandosi all’occulto, tanto da lavorare anche come veggente. A tredici anni svolge il servizio di leva obbligatoria, per poi iniziare a lavorare come lattoniere. Vive a Cinkota, all’epoca una città vicino a Budapest e oggi un quartiere della capitale magiara. Descritto da amici e conoscenti come un uomo di buon carattere e affidabile, Bela Kiss non dà segnali di pericolo particolari nel corso della sua adolescenza.

La doppia vita

Dopo una breve relazione, nel febbraio del 1912 Bela Kiss si sposa con Maria, una donna più giovane di lui di quindici anni. Da loro amore nasceranno Aranka e Ilonka. Coltiva un rapporto di amicizia con il capo della polizia locale, il detective Kártoly Nagy, e inizia a vivere una doppia vita. Una volta lasciate le mura domestiche, trascorre gran parte della sua giornata a Budapest, senza rendere conto a nessuno. Sempre nel 1912, Bela Kiss assume una governante, la signora Jakubec, che si accorge fin da subito delle tante amanti del suo datore di lavoro, conosciute principalmente tramite annunci sui giornali in cui si presenta come agente matrimoniale o come cartomante.

Bela Kiss diventa il mostro di Cinkota

Alla fine del 1912, Bela Kiss scopre che la moglie lo tradisce. Un rapporto extraconiugale che traccia un solco nella psiche dell’uomo, in precedenza mai violento. Il litigio tra i due coniugi è feroce, brutale, e Bela kiss non ci vede più: afferra un bastone e la colpisce alla testa, per poi strangolarla con una garrota, tanto da reciderle la gola. Non pago, esce di casa e raggiunge l’amante, Pál Bihari, e gli fa fare la stessa fine. Per nascondere l’assassinio, fa sapere a parenti e amici che la moglie è scappata con l’amante senza lasciare biglietti o messaggi.

Dopo aver assassinato la moglie e il suo amante, Bela Kiss non si ferma più. Dal 1912 al 1914 uccide – almeno – altre 22 persone. L’arma utilizzata per l’omicidio è sempre la stessa: la garrota, un semplice cavo di metallo pieghevole. Anche il modus operandi è collaudato: attira le vittime – donne più e meno giovani – con finti annunci, le stordisce e poi le strangola. Negli annunci utilizza sempre nomi falsi, così da non insospettire nessuno. Una violenza feroce, legata indissolubilmente al tradimento della moglie. Non verrà mai chiarita l’ipotesi di vampirismo: sul corpo delle vittime verranno infatti trovati dei segni di puntura sul collo, come se qualcuno avesse prelevato del sangue.

La prima vittima degli annunci falsi è Katalin Varga, picchiata e strangolata con la garrota. Stesso destino per Margit Tóth, che prima di morire viene obbligata a scrivere una lettera alla madre per giustificare la sua sparizione. E ancora Julianna Paschak, Erzsébet Komáromi e l’anziana signora Schmeidak. Una volta uccise, le donne vengono messe in bidoni di metallo, riempiti di alcol, alcuni dei quali posizionati nel giardino del serial killer. Nessun sospetto per diversi mesi, nemmeno per l’amico-detective Nagy. “Ho fatto una scorta di benzina nel caso in cui iniziasse la guerra” la banale scusa di Bela Kiss.

La fuga

I cadaveri delle vittime di Bela Kiss vengono scoperti nel 1916, mentre il mostro di Cinkota è in guerra. Nel luglio di quell’anno il proprietario della sua abitazione nota i bidoni di metallo nel giardino dai quali esce un forte tanfo di putrefazione e contatta immediatamente le autorità, giunte sul posto con un medico legale. Oltre ai corpi delle donne, viene ritrovata anche la garrota utilizzata per gli omicidi. In cantina vengono trovati altri sette bidoni, contenenti una salma ciascuno, comprese quelle della moglie e del suo amante. Ma non solo: in una stanza chiusa a chiave, la polizia trova le lettere, i gioielli e i vestiti appartenenti alle donne assassinate.

In totale, la polizia trova 24 cadaveri, anche se il bilancio delle vittime potrebbe non fermarsi a quel numero, considerando le decine di potenziali amanti raggirate. Dopo aver scagionato la governante, gli investigatori si mettono sulle tracce di Bela Kiss, ma il suo nome è piuttosto comune in Ungheria e anche per questo motivo diventa difficile individuarlo in guerra, soprattutto se è diventato prigioniero. Nel maggio del 1916 si diffonde la voce della possibile morte in battaglia del mostro di Cinkova, mai confermata. Pochi mesi dopo, invece, si parla di morte per una grave forma di tifo e ancora di morte in battaglia. Entrambe le ipotesi mai confermate.

Gli avvistamenti si moltiplicano, sia in Ungheria che all’estero, ma di Bela Kiss nessuna traccia. Fino al 1920, quando un soldato disertore francese riferisce alla polizia di aver ascoltato un commilitone parlare “di come fosse bravo a strangolare le donne con una garrota”. Come se non bastasse, il militare afferma che questo commilitone si faceva chiamare Herr Hoffmann, uno degli pseudonomi utilizzati dal serial killer negli annunci matrimoniali. Ma di lui nessuna traccia.

Nel 1932, un poliziotto chiamato Henry “Camera Eye” Oswald riconosce Bela Kiss all’uscita della metropolitana di New York City Square ma, una volta fiutato il pericolo, il ricercato se la dà a gambe, dileguandosi tra la folla.

Successive testimonianze riportano che l’ungherese lavora come custode di uno stabile a New York, ma anche questa volta non viene rintracciato. Da quel momento in poi mai più nessuna notizia sul suo conto. E non è escluso che abbia ucciso altre donne.

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