Todde: "Legittimata ad andare avanti". Sei i punti contestati alla governatrice sarda

La governatrice tira dritto: "Ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza"

Todde: "Legittimata ad andare avanti". Sei i punti contestati alla governatrice sarda
00:00 00:00

Dieci pagine e sei punti contestati. Così il Collegio regionale di garanzia elettorale, in seno alla Corte d’Appello di Cagliari, ha scosso la politica sarda. Ieri, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la dichiarazione di decadenza della presidente Alessandra Todde. Ma torniamo alle contestazioni: queste erano sette ma, come evidenziato dall'Unione Sarda, in un caso la governatrice avrebbe già chiarito tutte le presunte anomalie. Innanzitutto la presidente in quota Movimento 5 Stelle non avrebbe una dichiarazione conforme a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce.

Poi, "non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria" ai sensi delle due leggi richiamate. Inoltre, rileva il Collegio regionale di garanzia elettorale, "non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi". La quarta contestazione nei confronti della Todde riguarda il fatto che "non risulta l'asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato".

Per il Collegio regionale di garanzia elettorale "non è stato prodotto l'estratto del conto corrente bancario o postale" e "non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate". Infine, ultimo punto contro la Todde, non risulta chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal, somme comunque non rilevanti. In altri termini, il rendiconto elettorale del comitato elettorale del partito di Giuseppe Conte non chiarisce "se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di Consigliere sostenuti dal Movimento". Il documento firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti riporta "di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00". Il collegio sottolinea di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente a integrazione dei dubbi sollevati, ma sostiene non siano sanabili.

La Todde non ha intenzione di restare a guardare, anzi promette battaglia. Una cosa è certa, la governatrice non vuole lasciare la poltrona: “Sono serenamente al lavoro, dopo anche un confronto con la mia maggioranza. Ovviamente l'atto amministrativo che è arrivato dalla Corte d'Appello di ieri seguirà il suo percorso e sarà ovviamente gestito dai miei avvocati. Io ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, sulle azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni. Quello che io posso dire è che ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò".

La Todde ha evidenziato che lei e il suo staff hanno una posizione completamente diversa rispetto a quella della Corte d'Appello e per questo motivo sarebbe inutile discutere del merito: “Quello che posso dire è che io sono assolutamente certa della legittimità del mio operato e che i miei atti sono stati corretti”. Per quanto concerne i possibili errori, la governatrice ha sottolineato che sono "sicuramente non nel merito, poi chiaramente nella forma e nei formalisti, non essendo una giurista, ovviamente non posso entrare".

"Chiaramente ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza che ovviamente stanno lavorando per sostenermi" ha aggiunto la Todde, rivelando di aver già sentito sia Conte che la leader dem Elly Schlein: "Credo sia importante distinguere il piano politico, quello amministrativo, da quello giudiziario.

Sono una persona lineare e perbene". A chi le chiede se si aspettava uno sviluppo del genere, la presidente ha risposto ironicamente: "Non sono un'indovina. Bisogna avere la forza della verità e dei fatti. Io so lavorare solo così".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica