In Italia, due donne ci hanno avvisati del prezzo da pagare per l'immigrazione incontrollata. Entrambe aveva previsto la nascita di città nelle città, in altre parole di quartieri dove non vige la legge italiana e non si parla la lingua italiana. Chi vive a Milano, sa bene che le cose vanno in questa direzione e pensa con timore al disastro delle periferie parigine.
Sia Ida Magli sia Oriana Fallaci hanno visto arrivare il pericolo in anni nei quali il tema non era all'ordine del giorno. Entrambe hanno colto l'inconciliabilità tra il sistema liberale e il radicalismo islamico. Motivo che spiega la necessità di controllare i confini, governare i flussi e di stare molto attenti a concedere la cittadinanza. La Fallaci già ne parlava esplicitamente nei reportage ai tempi della guerra del Golfo (1991). Molto prima della famosa Trilogia post 11 settembre 2001. Le immagini del Capodanno anti-italiano andato in scena in Piazza del Duomo a Milano, al grido di Allah Akbar, non possono essere una sorpresa.
Puntare il dito è necessario, deve essere chiaro che in Italia si rispettano la legge e il prossimo. Ma non è sufficiente. Dobbiamo chiederci perché, e a vantaggio di chi, la politica europea abbia voluto questo tipo di immigrazione. No, non è per «pagarci le pensioni». È per avere lavoratori intercambiabili a basso prezzo.
Roba con la quale tenere bassi i salari e comprimere i diritti dei lavoratori. Per questo si è scelta l'immigrazione selvaggia di cui ora paiono evidenti i pericoli. Importare mano d'opera con l'idea di tenerla nella povertà non è degno della nostra Storia. Ed è un regalo per chi predica odio.
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