L’uomo che sussurra ai terremoti: «Il sisma non è una maledizione»

Il professor Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), è sotto pressione. In questi giorni sta lavorando alla stesura di un «dossier-terremoto» che sottoporrà presto all’attenzione del presidente Berlusconi. Nonostante l’impegno e la drammaticità del momento, Boschi non ha perso il senso dell’autoironia: «Ormai quando la gente mi vede, si tocca...». In effetti la sua presenza - come quella di Bertolaso - è indissolubilmente legata a scenari di disastri, sciagure, calamità.
Professore, ha senso presiedere un istituto come l’Ingv che non è mai in grado di prevedere un terremoto?
«Contrariamente a quanto lei dice, siamo già in grado di stabilire dove si verificheranno i prossimi sismi e quale sarà la loro massima magnitudo. Non siamo in grado di dire “quando” con la precisione utile alla Protezione civile. Ma questo, mi creda, non lo fa nessuno».
Scusi se insisto, ma la percezione della gente comune è che - a differenza di molti altri ambiti scientifici - nel settore della sismologia si siano fatti ben pochi passi avanti.
«È vero, la sensazione avvertita dall’opinione pubblica è quella descritta da lei. Ma posso assicurare che le cose non stanno così. I progressi fatti negli ultimi decenni sono stati enormi».
«Progressi enormi». Ma non tali da allertare la popolazione abruzzese che la terra avrebbe tremato con una forza così devastante.
«Negli anni ’70, la comunità geofisica internazionale pensava che con opportuna sperimentazione si sarebbe potuto giungere a una previsione deterministica. In realtà lo sviluppo successivo delle reti di monitoraggio in Usa, Giappone e Italia mostrò che i processi di attivazione delle sorgenti sismiche sono molto più complessi di quanto si pensasse. Questo rende, allo stato attuale delle nostre conoscenze, impossibile la previsione ai fini della Protezione civile».
«Impossibile», ecco l’aggettivo che fa arrabbiare chi ha avuto la sventura di conoscere sulla propria pelle gli effetti di un violento sisma. Visto che il terremoto «non si può prevedere», non sarebbe meglio convogliare gli sforzi su obiettivi più concreti? Ad esempio: sostegno a chi è rimasto senza tetto, aiuto a chi ha perso il lavoro, una seria ricostruzione con criteri antisismici ecc.
«Smettere di studiare i terremoti sarebbe un errore gravissimo. Negli ultimi anni abbiamo realizzato una mappa completa delle faglie attive che si rivelerà utilissima in futuro. E poi, mi permetta di dire una cosa: il terremoto non è una maledizione. I movimenti tellurici della crosta terrestre rappresentano un elemento vitale del nostro pianeta».
Sta dicendo che dovremmo essere grati al Signore, perché ogni tanto ci manda un bel terremoto?
«Non dico questo. Ma voglio ricordare che il terremoto, da solo, non uccide nessuno. I morti sono, nella maggior parte dei casi, il drammatico tributo per errori umani che hanno minato il territorio con costruzioni frutto di micidiali speculazioni edilizie».
Le colpe dell’uomo sono evidenti. Ma anche voi scienziati dovreste fare autocritica. È stato giusto trattare il Giampaolo Giuliani (il tecnico che avrebbe «previsto» il sisma abruzzese ndr) alla stregua di un «imbecille»?
«La verità è che la comunità scientifica internazionale non ha mai sentito parlare del signor Giuliani né dei suoi metodi di ricerca».
La verità, a volte, è rivoluzionaria proprio perché mette in crisi l’ordine costituito dei saperi accademici e delle gerarchie istituzionali che li amministrano. Lei mi insegna che anche Freud e Galileo, ai loro tempi, subirono l’ostracismo dei baroni.
«Da noi, all’Ingv, non esistono baroni. Abbiamo un atteggiamento di massima apertura, tanto che abbiamo accettato di confrontarci, senza pregiudizi, con il signor Giuliani».


Scusi professore, ma questo confronto non poteva avvenire prima, quando Giuliani andava ripetendo che stava per arrivare un «terremoto distruttivo»?
«Le ricordo che Giuliani ha sempre parlato della città di Sulmona, sbagliando inoltre la data della scossa. La verità è un’altra: nell’occasione di questo terremoto i soccorsi sono scattati con una rapidità e un’efficienza mai registrate in passato».

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