L’Uruguay ingabbia una Francia allo sbando

E l’Uruguay restò la bestia nera della Francia. Tre incroci al mondiale, una vittoria sudamericana, due pareggi, galletti sempre col canto strozzato in gola. Termina 0-0 come nel 2002, allora finirono entrambe fuori al primo turno, corsi e ricorsi storici da incubo.
Domenech ha dato - ma solo in parte - retta ai crescenti malumori dello spogliatoio: «Senza Diaby e Henry siamo troppo sbilanciati», il pensiero imperante in questi giorni tra i Bleus, tenuto neanche troppo sotto silenzio. E allora, per una sera, ecco accantonato il 4-3-3 ultraoffensivo, con il solo Toulalan davanti alla difesa, per un centrocampo più bilanciato coi mastini Diaby e Toulalan dietro la fantasia di Gourcuff. Per Thierry Henry, invocato oltralpe un po’ da chiunque, persino Cruijff si è esposto per lui nei giorni scorsi, tanta panchina più la passerella finale degli ultimi 19 minuti di gioco.
Domenech si sbraccia in panchina e sbraita con la solita mimica e gestualità a cui ci ha abituato. Forse anche i suoi giocatori si sono ormai assuefatti al loro ct, visto che la Francia manda in campo soltanto un maremoto di confusione. Ribery e Govou dovrebbero essere le armi giuste per scardinare la difesa a tre predisposta da Tabarez, ma di dribbling e cross nemmeno l’ombra. Anelka non riceve un pallone giocabile: anzi, riesce a toccare l’unico che dovrebbe solamente guardare finire nei piedi di Govou liberissimo davanti a Muslera. Se Gourcuff potesse, tirerebbe in porta persino dagli spogliatoi, ci prova tre volte su punizione, ma Muslera non è più la saponetta di un tempo. L’unico a salvarsi tra i galletti è il monumentale Diaby, proprio lui, proprio quello che Domenech avrebbe tenuto volentieri in panchina. Un Vieira dei tempi moderni, possente ma elegante, ingombrante (per gli avversari) ma veloce.
E l’Uruguay? Non si può dire la squadra di Tabarez ci abbia provato con convinzione. Tenuta in piedi in difesa dal testolone di capitan Lugano, ha preso quasi tutti i palloni volanti che capitavano da quelle parti, Luis Suarez ha confermato quanto di male si dice sul suo rendimento con la celeste. Splendido goleador con l’Ajax, pulcino impaurito con la maglia dell’Uruguay. Forlan, l’unico a correre e a sbattersi, ci ha provato con un paio di serpentine, un tiro a giro che Lloris ha allontanato a mani aperte, una conclusione al volo dal cuore dell’area di rigore finita a lato. Comunque troppo poco. Ma tutto sommato, visti gli ultimi nove minuti thriller con l’uomo in meno per l’espulsione di Lodeiro (doppia ammonizione nel giro di 18 minuti), all’Uruguay può andare bene anche così.


Forse a queste due formazioni servirebbero un Henry e un Cavani in più. Domenech ha buttato in campo il francese più per disperazione che per effettiva convinzione, il palermitano il campo l’ha visto solamente durante il riscaldamento. Per andare avanti urgono cambiamenti.

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