IL RITO DELL'ADDIO. Chi lascia il calcio, bandiera o gregario, campione mercenario o vecchia gloria, di norma si circonda di stelle. Per ricordarsi di aver brillato, per ricevere un buon viatico verso la vita da non-calciatore. Van Basten non giocò, vittima della sua caviglia, e diede l'addio al pallone e al Milan corricchiando per San Siro in camicia rosa e giubbino di renna; Ciro Ferrara si portò Maradona al San Paolo e fece impazzire Napoli. Nazionali, squadroni, eserciti di eroi. L'addio è commozione e pathos, epos e nostalgia. Merita di essere ricordato e la via più facile è riunire la crema di uno sport, esporre i gioielli.
UN CAPITANO DIVERSO. Joseba Etxeberria, invece, ha lasciato da parte il caviale imbandendo un banchetto d'addio con pane e Nutella. Lungi dall'essere un campione da Top Ten mondiale, il capitano dell'Athletic Bilbao sa però di essere un piccolo eroe per la sua gente. Per quei Paesi Baschi dove la squadra rojiblanca è il succedaneo di una nazionale, composta com'è di soli calciatori locali. Joseba Etxeberria, quindi, dopo aver giocato un anno completamente gratis per poter raggiungere le 15 stagioni con i Leoni, ha voluto ricordare a tutti che nella storia del pallone ci si può entrare anche solo dalla porta di servizio, giocando nel giardinetto sul retro. E, per dare il suo addio, El Potro ha deciso di lasciar perdere le star di oggi e di ieri, riunendo uno sciame di stelle di domani.
LA PARTITA IMPOSSIBILE. Tutto ricalca il dna dell'Athletic Bilbao, con la sacralità del suo settore giovanile di Lezama: il precedente capitano, Julen Guerrero, ritiratosi a 32 anni; l'attuale, Etxeberria, che appende le scarpe al chiodo neppure 33enne. Largo ai giovani, gente. E dunque perché non festeggiare il «pensionamento» con una partita impossibile tra i titolari baschi e una selezione di cento bambini e bambine? Un'idea pazza e travolgente, che ha portato oltre ventimila persone al San Mames e che ha aiutato a raccogliere fondi per la creazione di un centro sportivo in Congo. Una partita che tanto somigliava a una festa, andata in scena il 17 maggio nella Catedral di Bilbao. Una miriade di bimbi che corrono dietro un pallone, rincorsi dai loro idoli di ogni domenica: praticamente il sogno di ogni baby-tifoso.
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