Il grande sogno di Michele Santoro è diventare Berlusconi. È un po’ di tempo che ci sta pensando. Il ragionamento è più o meno questo. Sono uno che sbanca l’auditel, quando parlo si accendono milioni di televisori, la vera opposizione si fa nel salotto di Annozero , sono io che detto la linea politica, dalle amministrative ai referendum: come posso convertire i telespettatori in voti? È un pensiero che lo assilla, corteggia la sua vanità, riscatta le sue origini e svela quella che è stata la sua vera e unica passione, la politica. Cosa mi manca per essere un leader come il Cavaliere? È così che per il tele-imbonitore questa è diventata una fissazione. Ci pensa e si convince guardando i limiti della sinistra. C’è in giro un sapore di svolta, gli italiani non scommettono più su Berlusconi, ma quello che manca per dare davvero uno strappo al Paese è un leader. Un capopopolo che sia lo specchio del grande comunicatore Silvio, un Cavaliere rovesciato.
Ci crede Santoro. Analizza, suggerisce, incalza, si tormenta fino a tormentare gli stessi suoi amici. E alla fine di ogni discorso offre la soluzione. In realtà un leader per la sinistra ci sarebbe. Dice: il leader è Michele? Michele chi? Michele Santoro. Proprio lui. Santoro è stanco di fare il domatore da circo. Sogna il potere, la vetrina internazionale, gli onori, gli inchini, il ruolo istituzionale, le folle, la piazza, gli incontri con Obama e gli inviti, lui proletario, alla corte della regina d’Inghilterra. È il salto di qualità. Dopo Italia Annozero c’è la ricostruzione, di se stesso, come mito, come leggenda. Insomma Michele sta diventando un po’ megalomane. E si domanda: ma perché la sinistra non mi chiede di fare il leader? Bersani dovrebbe rendersi conto che lui tutto è tranne che un leader? È una metafora. Funziona bene come spalla di Crozza. Ma come premier, andiamo, non siamo mica qui a pettinare le bambole. Santoro è ecumenico. È più di Vendola. È più di Montezemolo. Non è un eterno numero due come Fini. Santoro è un Masaniello che ha studiato e si è pure un po’ rivestito.
Santoro è il Papa straniero che la sinistra sta aspettando. Questo pensa Michele in un bagno di euforia e devozione di se stesso. Santoro rimugina e ragiona e si convince che la sua idea sia naturale. Quando i politici di sinistra, e terzopolisti come Casini, si siedono nel suo salotto stanno lì a pendere dalle sue labbra. Lui li consiglia, li rimbrotta, gli dice dovete fare questo e quello, qualche volta li minaccia, raramente li consola. Si comporta già come un leader di fatto. Bisogna solo mettere tutto nero su bianco, certificare, bene o male Santoro è un maestro di contratti. Oltretutto se vince le elezioni e va a Palazzo Chigi ci resta per sempre, perché se qualcuno prova a cacciarlo ricorrerebbe subito al Tar e riotterrebbe il suo spazio. Presidente del Consiglio per volontà del tribunale amministrativo. Altro che regime berlusconiano. La dittatura di Michele sarebbe certificata dalla magistratura, con Travaglio alla Giustizia e Vauro alla Cultura. Qualche velina intellettuale sparsa qua e là e il gioco è fatto. Queste cose per ora le confessa solo a se stesso e forse a qualche amico. Agli altri, al pubblico, Santoro si limita a dire che dovrebbero farlo direttore generale della Rai. È una manovra tattica. Il grande uomo televisivo non si siederebbe mai su una poltrona così scomoda e con visibilità limitata. Ha l’Italia ai suoi piedi. Ha portato la gente a votare Pisapia e De Magistris. Tiene il Pd per i testicoli.
Convince la gente a non andare al mare. Come può accontentarsi di così poco? L’hanno già fregato una volta con quella storia del Parlamento europeo. A Strasburgo c’è andato due volte e poi ha capito che lo stavano oscurando. Non ci casca più. O premier o nulla. Anzi premier a vita. Chi oltre a Berlusconi conosce meglio come tastare il polso alla gente? Solo lui. Solo Michele. Il Michele che sogna la sua vendetta.
Poter dire un giorno a reti unificate: Silvio chi? Santoro sarebbe molto più forte di Berlusconi, perché sanerebbe il grande errore del Cavaliere. Lui ha quello che a Silvio è sempre mancato per esercitare il potere in Italia: essere di sinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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