"L'amore è un privilegio ma anche una condanna"

La scrittrice belga parla del nuovo romanzo: "I figli temono sempre di essere abbandonati"

"L'amore è un privilegio ma anche una condanna"

Amélie Nothomb colpisce al cuore, anche questa volta. Con il suo ultimo romanzo Il libro delle sorelle, edito da Voland (pagg. 128, euro 16, traduzione di Federica Di Lella), ritrova intensità e autenticità, come ci ha abituato. È la storia di due sorelle e del loro potentissimo e intenso rapporto che le accompagnerà per tutta la vita. Tristane è una bambina molto sensibile e intelligente. Laetitia piena di vitalità e grintosa. Ma i genitori, Nora e Florent, sono solo presi e distratti dalla loro passione e le due bambine crescono nell'indifferenza del papà e della mamma, così impegnati ad amarsi da trascurare le due ragazze. Tristane e Laetitia attraverseranno l'adolescenza ognuna a suo modo. Scopriranno la musica rock, inizieranno a sognare il loro futuro, a seguire le loro passioni e conosceranno i primi amori, inattesi e bellissimi. Ognuna nella sua unicità sceglierà il percorso più vicino alla propria natura, anche se non mancheranno le incomprensioni reciproche. Questo racconto dalla Nothomb non è una storia felice, non narra solo l'amore tra due sorelle e non c'è un happy end. Nella storia ci sono molti risvolti e vicissitudini dark, addirittura crudeli, fino a un colpo di scena finale, che comporterà molta sofferenza alle due protagoniste, nella sua ferocia e perfidia. Dalla lettura di questo romanzo potremo imparare che ogni anima porta con sé una ferita, l'importante è riconoscerlo, e cercare di curarla e guarire, accettando la vita anche nella sua parte oscura.

Ogni anima ha una ferita, dice Tristane. Lei ne ha?

«Certo».

C'entra l'amore? Come quello tra Nora e Florent: il loro è una condanna o un privilegio?

«È un privilegio, ma loro lo trasformano nella loro condanna».

Lei ricorda come lo scrittore di fantascienza Huxley dica che «almeno la metà di ogni morale è negativa». La morale impedisce la vita?

«Il senso di questa frase è che: Almeno la metà di tutta la morale è negativa. È un'osservazione: metà delle leggi morali sono divieti».

Tristane pensa di dire alla mamma delle bugie a fin di bene. Quando la verità non fa piacere è meglio nasconderla?

«Non è mai così semplice. Ma dire solo e sempre la verità a volte può essere egoista».

Secondo lei è un evento pieno di bellezza diventare sorella? E se sì, perché?

«Sì lo è, perché una sorella è un'amica data dalla natura».

Ha una immagine che associa all'angoscia di non essere amata dai propri genitori sperimentata da Tristane?

«Sì, certo. Anche quando un figlio è amato dai suoi genitori, ha l'angoscia di perdere questo amore, per lui è una questione di vita o di morte».

Lei crede nei demoni? Se sì, come pensa che agiscano?

«Sì. I demoni sono dei nodi, delle tensioni che vivono dentro di noi».

In che senso le parole hanno il potere che noi proiettiamo su di loro?

«Una parola che si è ricevuta come negativa può, con un'operazione di volontà, essere trasformata in positiva».

Quali universi di cui ignorava l'esistenza ha scoperto grazie alla letteratura?

«L'amore».

Come si guarisce dai complessi antichi che ci portiamo dietro durante tutta la vita, come quello, per Tristane, di sentirsi scialba?

«Accettandoli e pensando che non si è solo questo».

La grettezza di un ambiente di nascita che conseguenze può comportare su una giovane piena di poesia e passione come lo è Tristane?

«Questo può portare a una sensazione di illegittimità nell'ambiente in cui si cresce».

Come descriverebbe il sentimento dell'invidia?

«La descriverei come una malattia mentale che distrugge tutto».

Qual è il più grande limite dei benpensanti, che guardano con invidia a una passione?

«È il risentimento: una patologia atroce».

Bisogna aver paura dei propri sogni?

«No, al contrario bisogna viverli».

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