Il "lato B" degli italiani raccontato dal suo scopritore

Guillermo Mariotto coniò l’espressione durante la gara di bellezza a Salsomaggiore: ora la usano tutti

Il "lato B" degli italiani raccontato dal suo scopritore

Parlo col «signor Lato B»?
«Per la verità io mi chiamo Guillermo Mariotto».
Lo so. Ma lei per gli italiani, oltre che il direttore artistico della Maison Gattinoni, è il «signor Lato B»: «Lato» di nome, «B» di cognome...
«Non è un gran complimento, visto che l’espressione “lato b” nasce come sinonimo della parola “sedere”...»
Una metafora inventata da lei in veste di giurato al concorso di Miss Italia.
«Dovevamo eleggere la più bella d’Italia, ma non ci facevano mai vedere le ragazze di spalle».
Più che alle spalle, sembrava interessato al fondoschiena.
«Esattamente come tutti gli italiani che apprezzano questa caratteristica anatomica, parte integrante del fascino femminile».
Da qui è nata la protesta del «lato b».
«Durante la seconda serata di Miss Italia ho reclamato in diretta, chiedendo che venisse inquadrato anche il “lato b” delle concorrenti».
Col risultato che da quel momento giornali e tv si sono occupati solo della polemica sul «lato b». Perfino la celebre lite tra Loretta Goggi e Mike Bongiorno è passata in secondo piano.
«Il mio cellulare squillava in continuazione. Tutti a chiedermi: “Ma come ti è venuta questa idea del lato b?”»
Appunto, come ti è venuta questa idea del «lato b»?
«È un’immagine che ho sempre usato. Nel campo della moda è normale parlare di “lato a” e “lato b” di un abito».
E dagli abiti alle donne il passo è breve.
«Una donna con un “lato b” armonioso è sempre un bel vedere».
Nulla a che fare con il «lato b» dei vecchi 45 giri?
«Quella è roba antica. La verità è che ogni aspetto della nostra vita nasconde un “lato b”. L’Italia è un Paese dove il “davanti” e i “dietro” si confondono. Prima di farsi un’opinione e di esprimere un giudizio è fondamentale quindi prendere visione di entrambe le “facce” del problema».
Sta di fatto che, dopo lo sdoganamento di Salsomaggiore, il «lato b» è diventato un prezzemolino linguistico usato spesso e volentieri da editorialisti e commentatori televisivi.
«La cosa, non lo nascondo, mi fa molto piacere. Anche se devo dire che il mio concetto di “lato b” ha anche una componente spirituale».
Una «componente spirituale» nel «lato b»?
«Certo, e mi dispiace che le ragazze di Miss Italia non l’abbiano colto».
A Salsomaggiore si diceva che lei era un «uomo di spirito», ma forse non nel senso che intende lei...».
«Mi hanno attaccato perché ho misurato una miss con il centimetro».
Per la precisione le ha misurato il «lato b».
«Sì. E questo ha scatenato la reazione delle altre concorrenti, forse invidiose di un “lato b” così sontuoso».
Tanto sontuoso che presto lo farà sfilare - insieme con la sua legittima proprietaria - in una sfilata per Gattinoni?
«È vero. Sono stato io a eleggere Federica Di Bartolo, “Miss Lato B”, promettendole che avrebbe lavorato per la mia Maison. A dimostrazione che le modelle non devono essere necessariamente magrissime. Anzi...».


Salvo poi attribuire la corona di Miss Italia a una ragazza taglia 40.
«A premiare Silvia Battisti è stato il televoto. Fosse dipeso da me, avrei fatto vincere altre concorrenti ben più dotate».
Un commento sincero. Senza dietrologie.

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