In occasione della Festa del papà, il 19 marzo, la Onlus Save the Children ha ragionato sui numeri dei congedi paternità e delle dimissioni volontarie tra padri per esigenze di cura dei figli.
Negli ultimi 10 anni l’uso del congedo paternità è aumentato del 38% e, nel corso del 2021, vi hanno fatto ricorso 155mila padri.
Sebbene siano soprattutto le donne a prendersi cura dei figli, i papà stanno guadagnando un ruolo sempre più di primo piano con sacrifici sul piano professionale tant’è che, dice Save the Children, tra il 2020 e il 2021 i papà che hanno scelto il congedo paternità o hanno rassegnato le dimissioni lo hanno fatto per incompatibilità con l’organizzazione del lavoro in azienda (66,2%) e per ragioni da ricondurre alla necessità di prendersi cura dei figli (43,9%).
Un quadro che merita qualche informazione in più.
Cos’è il congedo paternità
Il congedo parentale ritorna ciclicamente sui tavoli della politica, diventando sempre più aderente alle necessità delle famiglie.
Nel caso dei padri, il congedo dura 10 giorni che possono diventare 11 se si richiede anche quello facoltativo concesso alle madri. Durante tale periodo i papà hanno diritto a una retribuzione del 100% della quale si fa carico l’Inps. In caso di parto plurimo, il periodo di congedo sale a 20 giorni.
Chi ha diritto al congedo paternità
Hanno diritto al congedo paternità i padri entro il quinto mese dalla nascita del figlio. Nel caso di genitori adottivi o affidatari i cinque mesi vengono calcolati dall’ingresso del minore in famiglia.
La richiesta di congedo è possibile soltanto per i lavoratori dipendenti.
Il congedo paternità e il congedo maternità
I lavoratori dipendenti hanno diritto al congedo paternità a prescindere dal fatto che la madre stia godendo del congedo maternità.
I dieci giorni di congedo possono anche essere continuativi, con l’eccezione dell’eventuale undicesimo giorno che può essere svolto soltanto in vece della madre, la quale dovrà rinunciare a un giorno del suo periodo di congedo.
Come richiedere il congedo paternità
Ci sono due modi per inoltrare la domanda di congedo paternità, e dipendono da chi erogherà la relativa indennità:
- va inoltrata all’Inps se versa l’indennità direttamente al lavoratore
- va inoltrata al datore di lavoro se questo anticipa l’indennità al posto dell’Inps
Il padre deve comunicare con almeno 15 giorni di anticipo al proprio datore di lavoro durante quale periodo intende sfruttare il congedo paternità. Se il padre vuole usufruirne dal momento del parto, il calcolo viene fatto sulla data di nascita presunta.
Nel caso in cui l’indennità viene versata dall’Inps, occorre inoltrare la domanda mediante il portale dell’Istituto accedendo con Spid, Cie o Cns. In alternativa si può ricorrere al contact center telefonando al numero 803 164 (da linea fissa) o al numero 06 164 164 da linea mobile.
L’Inps si riserva fino a 55 giorni per amministrare e liquidare la pratica.
Il congedo paternità per decesso del figlio
I lavoratori dipendenti
possono usufruire del congedo paternità anche nei casi in cui, sempre entro i cinque mesi dalla nascita, il figlio decede. Inoltre, viene esteso anche nel caso in cui il figlio decede dopo la 28esima settimana di gestazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.