La Lega rimasta senza poltrone cerca un posto in Rai

RomaLa Lega furiosa attacca Palazzo Chigi e tiene sulle spine il Pdl sulle nomine in Rai. Insomma, con il Carroccio bisogna sempre fare i conti, anche (e forse soprattutto) da quando ha la patente di unica opposizione ufficiale al governo Monti. Ieri terreno di scontro con l’esecutivo è stata la decisione di quest’ultimo di fissare l’incontro con le Regioni domenica prossima, data da tempo designata per la riunione del parlamento padano a Vicenza. «Insensibilità istituzionale», sbraitano i governatori leghisti di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, che poi precisano di aver dato «la totale disponibilità tranne che per la mattina e il primo pomeriggio di domenica».
Sulla vicenda Rai invece la Lega è tornata a rivestire il ruolo di alleato scomodo del Pdl. Ci sarebbe infatti il Carroccio dietro lo slittamento del pacchetto di nomine che ieri avrebbe dovuto ricevere il via libera dal Cda di viale Mazzini. Tre le caselle sul tavolo, che vanno riempite prima della scadenza del Cda, prevista per il prossimo marzo: la direzione di Risorse televisive e Sviluppo strategico e la vicedirezione degli Abbonamenti, con nomi «vidimati» dal dg Lorenza Lei. Ma nel corso di un concitato incontro avvenuto mercoledì sera tra Paolo Romani, Maurizio Gasparri e Roberto Maroni e i cinque consiglieri Rai del centrodestra, la Lega si sarebbe messa di traverso, facendo pesare il proprio voto, decisivo nel sistema del 5-4 con cui è suddiviso il cda, per il via libera a un direttore «di fiducia» nel Tg1 del dopo-Minzolini. In cambio dell’aiutino, Maroni avrebbe chiesto qualche poltrona anche per loro in viale Mazzini. Da qui il rinvio della rogna e l’ira di opposizione e presidente dell’azienda Paolo Garimberti («il vento Monti spiri anche in Rai») a cui ha risposto Cicchitto: «un chiaro invito alla magistratura perché rinvii a giudizio Minzolini in modo da avere via libera per modificare la direzione del tg1».
In attesa di sapere se la Lega avrà quello che vuole in Rai, ieri ha ottenuto un ulteriore segretario di presidenza a Montecitorio.

Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha infatti annunciato che proporrà una deroga al regolamento per «consentire alla Lega di esercitare appieno le sue prerogative di unica forza di opposizione al governo Monti». Il tutto, senza «oneri finanziari aggiuntivi».

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